PALAGONIA – Una poltrona per sei: la sfida di Salvatore Tutino. “Non sono un lupo travestito d’agnello”, esordisce il candidato mettendo le mani avanti. “La mia è una lista civica e non è legata ai partiti”, ci tiene a precisare il leader del movimento “La voce del popolo”. Uomo di “centro” che si fregia di avere avuto in tasca una sola tessera (“quella dell’Azione Cattolica”), oggi rivendica di essere il solo senza partiti alle spalle. Eppure, Tutino non è un esordiente. Il candidato ha mosso i primi passi in una delle giunte guidate da quello che fu il dominus del paese: l’onorevole Salvino Fagone. “Nel 1998, per otto ho fatto l’assessore nella giunta dell’onorevole Salvino Fagone in qualità di tecnico”, precisa. “Anni dopo, come consigliere comunale eletto in una lista civica, ho fatto opposizione all’amministrazione presieduta dal figlio, Fausto Fagone”, aggiunge.
“Sono un moderato, anzi un francescano”, dice. “Abbiamo dato voce ai cittadini scrivendo insieme il programma”, spiega. Poi sciorina qualche punto programmatico: “Piantare un albero per ogni bambino che nasce, potenziare i servizi sociali, il baratto amministrativo, il conto corrente sociale, l’acqua pubblica”. Tra le priorità, individuate da Tutino, c’è la creazione di “occasioni di lavoro”, ad esempio “attraverso servizi come le bambinopoli e la gestione del verde pubblico che potrebbero costituire un’opportunità per i giovani palagonesi”. E aggiunge: “Il mio è un programma realizzabile, non voglio fare promesse che non sono in grado di mantenere”, spiega sottolineando “le ristrettezze economiche che vive il Comune”. “Tutto però deve partire dal basso, io provo intercettare i bisogni reali della cittadinanza”, promette.
