CATANIA – Il clima internazionale è incerto ed il tema dell’immigrazione diventa sempre più la carta da spendere per vincere le elezioni. Cosa faranno gli elettori che si troveranno chiamati alle urne per definire il dopo Merkel, il dopo Gentiloni o, per rimanere più vicini ai fatti di casa nostra, il post Crocetta? Ho ricevuto tanta stampa estera nelle ultime settimane, giornalisti danesi, svizzeri, tedeschi e francesi tutti stupiti della forza della Sicilia e della sua gente che continua ad accogliere. Ho incontrato giornalisti seri, accomunati da un sincero apprezzamento per il lavoro della Comunità di Sant’Egidio e per le tante esperienze di volontariato per poi domandare: “per quanto tempo ancora la gente rimarrà tranquilla, senza cedere alla rabbia spesso fomentata da tanti politici che accusano i migranti e chi accoglie?” Certo, il vertice di Tallin ha messo in evidenza l’incapacità di vedere l’accoglienza come un problema continentale, evidenziando come oramai si tenda sempre a tutelare gli interessi nazionali, temendo le fibrillazioni elettorali.
Ma la gente d’Europa che dice? E’ questo il punto. La Sicilia continua ad accogliere anche perché è rimasta l’ultima porta d’ingresso in Europa e la gente comune, particolarmente i giovani, guardano alla nostra isola come un riferimento per vivere un’esperienza diversa e soprattutto umana: l’incontro. Così, per il quarto anno consecutivo, Catania è pronta a ricevere i giovani provenienti da tante città italiane ed europee e ci sarà persino una delegazione dagli Stati Uniti d’America. Giovani convocati per vivere insieme la “Tre Giorni Senza Frontiere”, la più grande tre giorni di giochi, divertimento ed integrazione del Mediterraneo che lo scorso anno ha registrato la presenza di oltre 800 persone e che quest’anno punta a stupire tutti, per lanciare un messaggio di partecipazione a chi crede che i giovani siano ai margini del dibattito sull’Europa e l’accoglienza. La proposta che la Comunità di Sant’Egidio lancia, insieme ai tanti partecipanti, è quella della società del convivere dove etnie, religioni e culture diverse si arricchiscono nella conoscenza reciproca, ma anche pregano per far memoria delle vite strappate dal Mar Mediterraneo e riflettono insieme visitando i luoghi dell’accoglienza, come la Grande moschea della Misericordia e la nave Diciotti della Guardia Costiera. La domanda sulla capacità di resistenza della Sicilia nell’accogliere inizia a diventare una sfida invertita: quanto l’Europa rimarrà sorda alla voglia dei suoi giovani di pregare sulle rive del Mediterraneo e di far festa con i tanti nuovi europei che fortunatamente ce l’hanno fatta?
Questo popolo di giovani, provenienti da tante parti del Mediterraneo e da diversi continenti non ha paura di camminare insieme e chiede all’Europa pace per chi è appena arrivato dal mare e maggiori opportunità per chi non vuole lasciare le proprie città europee per cercare lavoro altrove. In Italia il numero degli italiani che vanno all’estero continua ad essere maggiore rispetto al numero dei migranti che arrivano, ma questo non lo dice nessuno. La Tre Giorni Senza Frontiere è un grande appuntamento estivo, siamo tutti invitati a prendervi parte e mostrare che non solo la Sicilia sa rispondere alla cronaca, ma sa anche scrivere la Storia!
Per iscriversi:
Link iscrizione http://www.santegidio.sicilia.it/tre-giorni-senza-frontiere/