Il malore, il soccorso, la morte: la Sicilia piange la maestra Giovanna

Il malore, il soccorso, la morte: la Sicilia piange la maestra Giovanna

Il messaggio dal paese di origine. Il dolore del marito. Il tentativo del collega.

C’è una ferita anche nel cuore della Sicilia per Giovanna, la dolce maestra morta per un malore. “A nome mio e di tutta la città mi stringo intorno al dolore della famiglia di Giovanna Fabrica, maestra originaria di Naro che viveva a Cerea, in provincia di Verona, insieme al marito Angelo, e che è stata stroncata da un improvviso malore mentre era a scuola. Giovanna era una donna solare, serena, dolcissima. Amava profondamente il suo lavoro di insegnante e i più piccoli. La sua scomparsa lascia attoniti. Un’altra figlia di questa terra che è dovuta andar via, questa volta però per non fare mai più ritorno”.

Così sui social scrive il sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara. Un ricordo non rituale, commosso. Che racconta una classica epopea siciliana, per sorte, per scelta, per destino. Andare via, altrove, in cerca di una speranza.

Secondo la cronaca fin qui disponibile, Giovanna Fabrica, 44 anni, insegnante alla scuola primaria Carlo Ederle di Villa Bartolomea, ieri pomeriggio, al termine di una delle lezioni del rientro pomeridiano, si è accasciata a terra sotto gli occhi atterriti dei suoi alunni. Un angelo custode, il maestro Tommaso De Stefani, che avrebbe dovuto entrare in classe, ha tentato il tutto per tutto con le manovre salvavita apprese in un corso a scuola. Sono stati minuti tremendi, con Tommaso chino sul corpo di Giovanna alla ricerca di un miracolo che non si è verificato, nonostante le manovre di rianimazione provate dai medici di un’ambulanza e di un mezzo dell’elisoccorso giunto in volo da Verona. Ma, nell’animo addolorato di tutti, c’è una luce di gratitudine per quest’uomo che ha dato completamente se stesso, nel suo sforzo generoso.

“E’ accaduto tutto il pochi secondi – ha raccontato De Stefani – l’avevo appena salutata. Lei era tranquilla e sorridente come sempre. Appena l’ho vista a terra l’ho chiamata, chinandomi su di lei. Non reagiva, così ho iniziato il massaggio cardiaco”. Cristina Ferrazza, dirigente scolastica dell’istituto, è sconvolta e, secondo un lancio d’agenzia, definisce il marito di Giovanna Fabbrica come “una persona ammirevole che ha reagito con grande compostezza a questo immenso e improvviso dolore che nemmeno lui si sarebbe mai aspettato di vivere”.

Una storia terribile, con il profilo di una persona gentile strappata alla vita che lascia l’eco del suo sorriso e le foto della felicità, compresa quella del matrimonio, sulla sua pagina Facebook. Ma è anche una storia di maestre e di maestri, angeli terrestri generosi, sempre protesi a salvare e proteggere. Giovanna che era partita tornerà in Sicilia per i suoi funerali. Tornerà a casa, nella terra del sole, per dirle addio. (Roberto Puglisi)


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