Cronaca

La strage di Ravanusa, un imputato prova a smentire tecnici e pm

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24 Aprile 2024, 10:20

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RAVANUSA – Uno dei due imputati offre una ricostruzione sulla strage di Ravanusa che smentirebbe quella della Procura di Agrigento.

Si tratta di Guido Catalano, 77 anni, direttore tecnico della Siciliana Gas al momento della posa della condotta del metano nel luogo in cui avvenne l’esplosione. L’11 dicembre del 2021 morirono nove persone.

Sotto processo davanti al giudice per l’udienza preliminare c’è anche Carmelo Burgarello, 88 anni, responsabile tecnico della A.Mi.Ca. srl, l’impresa incaricata dalla committente Siciliana gas di eseguire i lavori.

Catalano ha risposto alle domande dei pubblici ministeri Salvatore Vella e Giulia Sbocchia. Una consulenza chiesta dalla Procura ha stabilito che la doppia esplosione che rase al suolo un intero isolato fu provocata dalla fuoriuscita di metano dalla tubazione a causa di una rottura.

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In via Trilussa fu sistemato un raccordo a “esse” costruito con vari tronchetti saldati fra di loro. Una di quelle saldature avrebbe ceduto, facendo uscire il gas. L’ipotesi alternativa messa sul piatto da Catalano è che nelle vie Trilussa e Pascoli c’era uno sversamento di gpl.

Una perdita derivata da una bombola sarebbe stata la causa della prima esplosione, mentre la seconda sarebbe stata innescata dalla presenza di benzina o di fertilizzante in una delle case saltate in aria.

La frattura trovata nella tubazione – il raccordo ad esse individuato dalla perizia tecnica davanti alla casa di una delle vittime, il professore Pietro Carmina – sarebbe stata la conseguenza di questa esplosione e non la causa.

La procura di Agrigento non crede a questa ricostruzione. Innanzitutto i pm si chiedono quanto Gpl avrebbe dovuto essere presente per scatenare un evento così disastroso. Si torna in aula il 30 aprile anche per discutere sulla opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per dieci indagati fra tecnici e dirigenti della Italgas.

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24 Aprile 2024, 10:20

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