L’asse Fini-Lombardo in chiave anti Lega

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20 Aprile 2010, 12:41

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Nella spaccatura all’interno del Pdl, annunciata da Gianfranco Fini, fra i colonnelli fedeli al presidente della Camera e gli ex-An approdati alla corte di Arcore, si inserisce Raffaele Lombardo. Alla conta degli uomini che potrebbero dar vita allo strappo col Cavaliere si potrebbero aggiungere, infatti, sette parlamentari, sfuggiti ai conti. Si tratta dei deputati e dei senatori dell’Mpa che al momento occupano i banchi del gruppo misto e che aderirebbero agli eventuali gruppi parlamentari creati da Gianfranco Fini.

Secondo le indiscrezioni trapelate sulla stampa si tratterebbe di Angelo Lombardo, Roberto Commercio, Ferdinando Latteri e Carmelo Lo Monte alla Camera. Giovanni Pistorio, Vincenzo Oliva e Sebastiano Burgaretta al Senato. Tutti pronti a dare un contributo, a fare da “stampella”, all’iniziativa di Fini puntando – a lungo raggio – anche a un’alleanza politica in chiave anti-Lega.

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E il primo passo Lombardo l’avrebbe già compiuto con il patto stretto con Gianfranco Micciché e la creazione dei gruppi del “Pdl Sicilia” all’Ars. Al progetto hanno aderito sin da principio proprio gli uomini di Fini che è stato uno dei primi a solidarizzare con Lombardo all’indomani della pubblicazione delle notizie sull’inchiesta catanese che coinvolge il governatore siciliano.

L’asse Fini-Lombardo risponderebbe, così, a diverse esigenze. Metterebbe al sicuro il presidente della Regione da un eventuale dietro-front di Micciché in caso Berlusconi decidesse di riassorbirlo magari offrendogli un ministero, candidandolo a governatore, con conseguente abbandono del progetto del “Partito del Sud”. Inoltre se si andasse ad elezioni, la formazione politica di Lombardo necessiterebbe di un apparentamento con una sigla nazionale, posto che difficilmente il Cavaliere rinnoverebbe l’alleanza del 2008 dietro la spinta delle guide dei cosiddetti “lealisti”: Schifani e Alfano.

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20 Aprile 2010, 12:41

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