Non sarà oggi il giorno del redde rationem in casa Pd. L’attesissima assemblea regionale in programma, infatti, è stata rinviata di un mese e rotti, all’8 maggio. La decisione è stata assunta ieri pomeriggio dalla commissione regionale e sul rinvio ci sarebbe un accordo di massima di tutte le anime del partito. Il Pd siciliano, dunque, si dà ancora un mese di tempo per trovare una “convergenza politica sulle scelte strategiche”.
Da una parte l’ala del partito che continua a sostenere l’alleanza con Raffaele Lombardo e che anzi spinge per la nascita di un governo politico (al riguardo ieri Antonello Cracolici ha rotto gli indugi, invocandolo apertis verbis) e dall’altra la minoranza critica verso il sostegno al governo che ha raccolto cinquemila firme per promuovere un referendum tra la base proprio sul rapporto tra partito e governo regionale. Al paziente segretario Giuseppe Lupo rimane quindi un altro mese di tempo per trovare con gli sherpa delle varie correnti del partito, una quadra che porti a una linea unitaria e condivisa. La soluzione del governo politico (sul quale si sono registrate le aperture di Mpa e Udc) potrebbe ricomporre la frattura con l’area Innovazioni che non gradisce l’eccessivo “Lombardocentrismo” dell’esecutivo regionale.
Nella nota diffusa nel primissimo pomeriggio dal partito, si legge che la Commissione Regionale “alla luce delle richiesta pervenuta da parte di diverse aree congressuali del Pd per un rinvio a breve termine dell’Assemblea, prevista per domani, ha deciso di rinviare la stessa per l’8 maggio prossimo”. “Il rinvio –spiega il coordinatore della Commissione Enzo Napoli – è motivato dalla volontà di verificare la possibilità della più ampia convergenza politica sulle scelte strategiche da proporre sullo scenario regionale”.
