PALERMO – Tra il 2017 e il 2019 il ragioniere Giuseppe Damiata ha inoltrato all’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro) 284 comunicazione relative a rapporti di lavoro fittizi. I contratti di assunzione erano finti, servivano solo per fare ottenere agli extracomunitari il permesso di soggiorno.
C’è un capitolo sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’inchiesta che ieri ha portato in carcere quattro persone per un giro di false fatturazioni.
Così come accaduto per il meccanismo per frodare il fisco anche quello per favorire i migranti irregolari sarebbe stato ideato da Damiata. Il reato gli viene contestato assieme al palermitano Sergio Russo, al ghanese Geroge Oteng e al bengalese Shamin Mullah.
Si era sparsa la voce che, dietro pagamento di una somma di denaro, gli extracomunitari potevano ottenere una posizione lavorativa fantasma. Le microspie piazzate dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, hanno registrato la confessione di Damiata in diretta: “Praticamente io ti dico quello che si deve fare perché praticamente questi signori io… questi signori che rimangono li voglio fare rimanere finché hanno il permesso. Punto, l’argomento è chiuso”. Per evitare rischi i lavoratori regolari venivano istruiti affinché riferissero, in caso di convocazione, che al loro fianco lavorava personale extracomunitario. Peccato però che non è mai stato effettuato alcun versamento ai fini pensionistici. Anzi, per ‘Inps i lavoratori non esistono.
L’ufficio immigrazione della questura si era insospettito dal numero di assunti in alcune imprese. Una trentina risultava in servizio alla Sicilia Frigo Trasporti. Numeri che si impennavano in casa della Costruzioni Logistica Trasporti (una delle imprese usate per le false fatturazioni). “È stato là in Questura e hanno rigettato tutte cose perché dice che ci sono duecento persone che lavorano con questa ditta”, diceva un dipendente a Damiata. Il ragioniere, preoccupato per le conseguenze penali a cui andava incontro, ad un certo punto pensò ad una exit strategy: “Me ne devo liberare di questa situazione perché non dormo… togliere queste queste persone da queste due ditte e ve vediamo di di di sbrigarci perché sennò io la pago cara perché ho avuto anche anche dei precedenti miei…”.
Licenziare per fare sparire le prove. Tropo tardi, secondo gli investigatori. I finanzieri hanno pure pedinato alcuni immigrati. Non andavano a lavorare in azienda, ma si arrangiavano a vendere rose per strada.