Le cene indigeste del Pd tormentato

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08 Gennaio 2010, 11:39

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Giuseppe Lupo parla a nuora perché suocera intenda. L’uscita di ieri del  segretario del Pd che ha chiesto a Lombardo di far piazza pulita di  esterni negli uffici di gabinetto della Regione, per risparmiare fior di  quattrini attingendo al personale regionale per quei posti, è un monito  al governatore ma suona anche come un altolà alle manovre che un’ala del  partito ha avviato e che hanno avuto un momento clou nella cena di  Messina, alla quale hanno preso parte lombardiani e democratici, tra i  quali anche big sponsor dello stesso Lupo nei giorni delle primarie, che  oggi però si muovono più da battitori liberi, come Salvatore Cardinale e  Francantonio Genovese. Alla cena, alla quale non ha preso parte il  segretario, c’era anche Antonello Cracolici, capogruppo all’Ars del Pd e  avanguardista dell’ala più ben disposta a trattare con Lombardo e soci.
Grandi manovre che hanno scatenato più di un mal di pancia nel partito.  Prima gli strali di Rita Borsellino ed Enzo Bianco, contro gli inciuci,  con il lancio di una raccolta di firme che al momento però ha raccolto  sono una manciata di adesioni. Poi, ieri, l’uscita di Alessandra  Siragusa, che agita il sospetto di “segnalazioni di singoli esponenti
del Pd per le nomine negli uffici di gabinetto”. E peraltro lo stesso  Lupo nel suo comunicato parlava di “trattativa di basso profilo” senza  specificare chi ne fossero i protagonisti. Insomma, tra i democratici le acque sono più che agitate. Lupo lavora  per tenere unito il partito, ma il clima è arroventato. Sergio D’Antoni,  leader dell’ala cislina, ieri ha usato toni duri: “Chiunque pensa che si  possa chiudere accordi in altre sedi rispetto a quelle ufficiali è uno  sprovveduto”. D’Antoni ha difeso il segretario Lupo, dopo che anche  Giovanni Barbagallo, altro ex popolare, aveva messo in allarme sul  rischio di inciucioni tra un pezzo di Pd e governo. A completare l’ala  più dura contro le ipotesi di idillio tra Pd e lombardiani c’è la  corrente che fa capo a Bernardo Mattarella, che in questi giorni ha  scelto una linea più defilata, per non spaccare ulteriormente il partito  probabilmente. C’è burrasca, insomma, e ieri qualche dirigente a  taccuini chiusi non escludeva lo spettro di spaccature clamorose nelle  settimane a venire. Il copione sarebbe quello già visto in casa Pdl con  i gruppi parlamentari separati in casa. Uno scenario che tutti sperano  di scongiurare ma che nessuno oggi può escludere con certezza.

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08 Gennaio 2010, 11:39

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