Le "grane" del Consorzio di bonifica | Barbagallo: "Vi dico tutto sui conti” - Live Sicilia

Le “grane” del Consorzio di bonifica | Barbagallo: “Vi dico tutto sui conti”

Stipendi fermi da quattro mesi. In merito alla pioggia di delibere e pagamenti per lo straordinario, il direttore generale Barbagallo dichiara: “La mia gestione è trasparente”

CATANIA – Esplode la tensione al consorzio di bonifica 9. Le grane dell’ente si moltiplicano. Un mix fatto di questioni irrisolte tra scioperi, lavoratori senza stipendio, sentenze di condanna, esposti alla Corte dei Conti, presunte promozioni ‘facili’, accuse di ‘mala gestione’ e sprechi. Ma venerdì sera da Palermo arriva un altro brutto colpo: la maggioranza all’Ars ha bocciato in aula l’emendamento al testo che avrebbe messo al sicuro i Consorzi. Già la scorsa settimana la commissione al Bilancio aveva presentato l’allegato al ‘piano di rientro’ dell’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei. Un atto con cui si definiscono le misure finalizzate a risanare i conti in rosso della Regione.

La manovra finanziaria oltre agli Ipab e sportellisti colpisce pesantemente i Consorzi di Bonifica, appunto. Si tratta di tagli al capitolo previsto in bilancio che non consentiranno di coprire le spese per il personale a tempo indeterminato. Assegnate risorse per 2 milioni e 600 mila euro, comprensive delle paghe per i stagionali. Un fatto che metterà ulteriormente in crisi l’ente. Il direttore del Consorzio di bonifica etneo non trattiene la rabbia: “Hanno ucciso l’agricoltura, all’Ars se la sono svenduta. – dichiara Giuseppe Barbagallo a LiveSiciliaCatania – Non mandando i contributi per gli stipendi saremo costretti ad aumentare la quota a carico dei contribuenti o a mandare tutti gli operai a casa. I danni all’agricoltura saranno inquantificabili”. Ma l’assessore Baccei non sente ragioni e attacca: “Nei Consorzi, nonostante il blocco delle assunzioni e delle promozioni, il costo del lavoro è salito di cinque milioni. Non daremo un euro in più ai Consorzi finché da quelle strutture non arriveranno i bilanci e i documenti che spieghino quello che è successo”. “Soldi non ce n’è – ribadisce Baccei”.

Nel dettaglio, la Sicilia fa poker di consorzi di bonifica: sono 11 in tutto e servono a gestire la fornitura di acqua nelle campagne e per le opere pubbliche. Ma secondo l’indagine sugli sprechi disposta già dall’ex assessore regionale Nino Caleca, dimessosi a giugno, questi enti avrebbero procurato non pochi guai in termini economici, generando una perdita pari a svariati milioni di euro.” Non escludiamo azioni di responsabilità verso i dirigenti che hanno creato questo dissesto”, ha dichiarato Caleca al Giornale di Sicilia nel dicembre scorso. E’ già stata varata una riforma (legge 5 del gennaio 2014) finalizzata a ridurne il numero: uno per la Sicilia orientale e uno per la Sicilia occidentale, ma ancora tutto è fermo, la legge è rimasta carta straccia. Ma in cambio sono stati nominati due commissari straordinari: Paolo Mascellino per la Sicilia occidentale e Fabrizio Viola per l’area orientale.

Intanto, i problemi aumentano con ricadute su tutta l’agricoltura. Il Consorzio di bonifica 9 di Catania è fra i più grandi in Italia, sottende un terreno irriguo di ben 12 mila ettari con un bacino di utenza di più di 12 mila famiglie. La rete di canali ove scorre l’acqua è pari a 2800 chilometri. Una partecipata regionale che costa svariati milioni di euro. Attualmente anche a causa dei tagli disposti dalla Regione versa in uno stato di sofferenza, condizione aggravata da una pesante crisi di liquidità.

Ma il direttore del consorzio etneo, Barbagallo battagliero ancora una volta respinge le accuse. “Parliamo con gli atti in mano: l’ultimo consuntivo 2013 del Consorzio bonifica 9 approvato dalla Regione siciliana – dice – ammonta a 39.548.530 euro e presenta un disavanzo di soli 50 mila euro, mi sembra una goccia rispetto a questi milioni di euro di cui si parla. Siamo stati i primi a chiudere il bilancio del 2013, stiamo già redigendo quello relativo al 2014 e siamo stati i primi con decreto datato 3 settembre 2015 ad approvare il bilancio di previsione 2015. Quel disavanzo di 50 mila euro – prosegue – contiamo di ricomprimerlo mediante la linea di spending review messa in atto nel 2015, sotto la mia guida”. E ammette: “E’ chiaro che da un punto di vista del bilancio finanziario siamo in regola, diversa è la situazione della cassa”.

Partiamo dalle determine e dalle delibere del Consorzio di bonifica etneo. In una passata intervista al nostro giornale, il direttore Barbagallo aveva già replicato alle accuse, secondo cui nel tempo avrebbe “elargito” troppe promozioni, ritenute, anomale. “La legge lo prevedeva, – ribadisce – non c’è stato nessun favoreggiamento. Aspettiamo con tranquillità che la Corte dei Conti ci convochi per definire caso per caso la vicenda”. Ma le anomalie non si limiterebbero alle nomine dei dirigenti. Alle promozioni si aggiungerebbe la questione dei pagamenti, molto alti, erogati per il lavoro straordinario. L’ex commissario unico Giuseppe Dimino nel gennaio 2014, aveva tramite una nota indirizzata a tutti i consorzi indicato che “il lavoro straordinario potrà essere autorizzato solo in casi eccezionali; qualora autorizzato lo stesso deve essere compensato con l’istituto del riposo compensativo e mai pagato in denaro”, cioè con le ferie. Tuttavia, consultando il sito web del Consorzio di bonifica 9 risultano numerose le determine deliberate dal direttore Barbagallo per liquidare il lavoro straordinario. L’ultima è la 43/2015 con cui si dispone il pagamento degli straordinari per l’anno 2014. L’ammontare complessivo dei compensi erogati per il lavoro straordinario sfiora i cento mila euro. Una cifra enorme.

“L’incarico dell’ex commissario è ormai decaduto. – spiega Barbagallo – Pagare i dipendenti con le ferie è una follia. Come lo raggiungo l’accordo con i sindacati? Gli straordinari servono per coprire esigenze dell’area tecnica. Faccio un esempio: Se si rompe una condotta e gli operai si recano sul posto con i mezzi e la riparazione entro l’orario di lavoro non è stata completata, cosa faccio li rimando a casa e torniamo lì un altro giorno spendendo il doppio solo per spese di carburante? Erano pagamenti necessari e indifferibili e previsti in bilancio. La Regione – precisa ancora – non ha mandato le somme previste e abbiamo pagato gli stipendi fino a dicembre, dunque non siamo stati in grado di erogare tutti i pagamenti. Gli straordinari a cui si fa riferimento sono stati contabilizzati e liquidati quest’anno, ma sono relativi all’anno precedente. L’amministrazione regionale dal canto suo riconosce si tratti di spese di bilancio e si limita a dare indicazioni di indirizzo politico: la gestione spetta a noi per una questione di ordine pratico. Mi assumo serenamente la responsabilità delle scelte della mia direzione”.

La domanda sorge spontanea: i consorzi di bonifica possono gestire autonomamente le somme in entrata? Proprio così. La Regione vigila, ma non entra nel merito della gestione delle spese. Il consorzio di bonifica della piana di Catania lavora su due livelli finanziari. Le entrate dipendono da un lato dai contributi regionali, e dall’altro dalle quote versate dall’utenza (i consorziati) per le spese fisse e la fornitura irrigua. Le prime vengono utilizzate per i pagamenti degli emolumenti del dipendenti, per le paghe degli operai stagionali e per finanziare parte delle opere nelle reti. L’attuale crisi di liquidità, stando a Barbagallo, ha causato i mancati pagamenti delle spettanze da 4 mesi a questa parte. “Fino a poco tempo fa – dice – le spese per il personale a tempo indeterminato venivano coperte per il 95% dalla Regione. Ma la percentuale adesso si è abbassata: prima all’82%, poi con la finanziaria votata a maggio al 72%. Ma l’Ars ha attualmente decurtato i finanziamenti, arrivando ad un risicato 60 %. Ora non si riuscirà a coprire neanche i 37 milioni previsti dalla legge. Avevamo chiesto un’integrazione di circa 5 milioni e rotti per pagare gli stipendi, ma adesso conseguentemente alla bocciatura dell’emendamento di venerdì sera, ci daranno solo 1 milione e mezzo. E’ un guaio enorme. E – avverte – a settembre ci ritroveremo punto e d’accapo”.

Ma il consorzio vanterebbe crediti ancora esigibili da parte dei consorziati. “Abbiamo previsto – continua – 5 milioni in entrata a carico dei contribuenti. Tuttavia, la crisi del comparto agricolo ha messo in ginocchio gli agricoltori, causando il mancato incasso di parte delle somme previste. Coloro i quali che non pagano vengono mandati in esattoria, che non riesce anch’essa a riscuotere le imposte. Il costo dell’acqua applicato da questo ente è il più economico di tutta la Sicilia dunque non vorremmo applicare alcuna variazione. Perché se vogliono risparmiare non applicano la legge per riformare i Consorzi?” – spiega infine Barbagallo.

“Le nostre reti scolanti – afferma il dirigente dell’area tecnico-ingegneristica, Massimo Paterna – sono costituite da 900 chilometri, pari alla distanza Catania/Roma. Quest’anno i lavoratori stagionali hanno iniziato con estremo ritardo. Nel periodo estivo abbiamo oltre la stagione irrigua, un enorme mole di lavoro da svolgere. Basti pensare che nell’ultimo periodo abbiamo avuto una miriade di rotture sulle condotte disseminate su 50 mila ettari di territorio consortile. Siamo a corto di risorse, di mezzi e di personale soprattutto. Il fabbisogno nei distretti irrigui dovrebbe essere pari a 110 di unità lavorative, ma in totale – conclude Paterna – invece non arriviamo alla sessantina”.

 


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