Le mille risorse di Raffaele L.

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17 Aprile 2011, 07:55

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Raffaele Lombardo somiglia alla foto che abbiamo scelto. All’inizio si presenta a mezza figura, morbido, suadente. E’ un esperto gestore del marketing politico. Sa cosa vendere e a chi. Infine, si mostra a figura intera e si pappa il piatto.  Col Pd è andata pressapoco così: il gruppo dirigente di quel partito voleva mandare a casa il centrodestra. Raffaele cercava disperatamente ossigeno. Avendo grande testa, ma un organismo elettorale non gigantesco, la tattica di Lombardo è sempre la stessa: bisogna appoggiarsi alla quantià, visto che di qualità politica ce n’è magari troppa.

I democratici hanno perciò puntato le carte sul leader di Grammichele. Cracolici non è uno sprovveduto. Sapeva e sa benissimo che Lombardo è uomo incline alle giravolte. Ma un governo riformista, capace di condursi bene – questo era il ragionamento in sintesi – avrebbe fatto dimenticare a base ed elettori il peccato originale, l’alleanza con l’antico avversario, colui che era stato definito  “l’altra faccia del Cuffarismo”. Poi arrivano i sondaggi e il Pd crolla, mentre Lombardo cresce.

E’ accaduto ciò che doveva accadere, secondo il perfetto tempismo di Raffaele L. Il Pd è scomparso dietro la figura carismatica del presidente che si è appropriato dei (pochi e discutibili) meriti, lasciando agli altri le briciole. Per giunta, i democratici si sono dilaniati in una faida senza quartiere che ne ha corroso l’immagine. Risultato? Al governatore “mascariato” dalle indagini è bastato agitare lo spettro delle elezioni, il ringhio pidino si è trasformato in un guaito. La paura dell’urna è molto più persuasiva di qualsiasi questione morale.

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17 Aprile 2011, 07:55

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