SIRACUSA – Siracusa, Rosolini, Ramacca, Niscemi, Cerda, Sciara, Termini Imerese, Eboli, Sassari, con collegamenti live dagli altri più importanti centri di produzione in Puglia e nel Lazio: parte sotto i migliori auspici l’appuntamento di mercoledì prossimo “Carciofo italiano, eccellenza mondiale. Nutrizione. Genetica. Produzione. Mercati”, ospitato dal centro servizi Medea, nei pressi di Cassibile, cuore pulsante della realtà agricola del territorio. Appuntamento fissato per le 17 del 27 aprile, al Medea centro servizi di Siracusa. Quello fra produttori di carciofo è il primo di un ciclo di appuntamenti periodici che il Centro Servizi Medea intende organizzare sul territorio, abbracciando progressivamente l’insieme delle colture più rappresentative dell’areale siciliano.
Le finalità sono molteplici, come spiega Sebastiano Torneo, responsabile Medea. “Pomodoro, vite, ulivo, finocchio, fragola, insalata, carciofo, carota e ovviamente agrumi e patata, solo per citare i più popolari, sono sempre state il vero oro del nostro territorio. Mettere insieme più realtà produttive della stessa categoria merceologica anzitutto favorisce lo scambio di esperienze e mette in condizioni gli agricoltori di apprendere e coordinare le buone pratiche agricole. Il secondo vantaggio è di natura tecnica: scambiarsi informazioni coinvolgendo il mondo accademico e della ricerca, proprio come faremo mercoledì prossimo, permette di confrontarsi e di migliorare le tecniche di coltivazione, di raccolta, di post-raccolta dei prodotti. La presenza delle istituzioni e degli operatori di marketing, infine, può rivelarsi volano di sviluppo attraverso la messa a punto di strategie comuni di commercializzazione, come dovrebbe avvenire per il carciofo italiano, considerato il primato mondiale che possiamo vantare in termini di volumi”.
Italiano o almeno siciliano, commenta Giovanni Mauromicale, professore ordinario di Agronomia Generale per la Facoltà di Agraria dell’Università di Catania e relatore dell’evento di mercoledì prossimo: “Affrontare i mercati senza aggregarsi rappresenta un limite commerciale, tanto più quando si hanno i numeri per essere leader mondiali, come nel caso del carciofo: un marchio di qualità, un’IGP ragionale per esempio, come appena avvenuto per l’olio d’oliva, ci permetterebbe di mettere insieme i principali poli produttivi dell’isola e incentivare la ripresa della coltivazione in territori come quello di Siracusa, un tempo notevole produttore di varietà molto apprezzate dal mercato francese, e oggi ristrettosi al solo areale di Rosolini”.
Un regime di qualità europeo per il carciofo siciliano o italiano permetterebbe altresì di cogliere le nuove opportunità di promozione comunitaria, attraverso le quali veicolare, per esempio, le molte proprietà salutistiche di questo straordinario prodotto, come l’alta concentrazione di insulina, che ne fa un alimento ideale per chi soffre di diabete, o il rapporto fra sodio e potassio, che rendono il carciofo un alimento particolarmente indicato per i soggetti ipertesi. Proprio al carciofo l’accademico etneo ha dedicato, insieme a Sergio Lanteri (Università di Torino), Richard Michelmore (University of California), Loren Rieseberg (University of British Columbia) e Luigi Cattivelli (CREA di Fiorenzuola d’Arda), uno studio finalizzato alla decodificazione del genoma del carciofo, pubblicato lo scorso gennaio: si tratta di un lavoro fondamentale per identificare le basi genetiche dei caratteri di interesse agronomico e la futura applicazione di programmi si elezione assistita. In considerazione dell’alta valenza culturale dell’incontro, la facoltà di agraria dell’Università di Catania ha deliberato l’attribuzione di crediti formativi agli studenti che vi prenderanno parte. Ingresso da via Elorina n. 143 a partire dalle 16.30. # # #