L’Hellas non “tifa” Palermo | Cosa cambia nel paracadute

di

11 Maggio 2016, 08:30

3 min di lettura

PALERMO – Nel Paese del sospetto e della dietrologia (Palermo, sia chiaro, non fa certo eccezione), l’ultima partita di campionato non è esente da teorie del complotto. Tra un Verona già retrocesso e un Palermo in lotta per la salvezza, quale conflitto d’interessi potrà mai esserci? Risposta facile, per chi queste cose le va cercando in tutti i modi: quel paracadute che sembra essere diventato un trofeo più importante della Champions League. Un paracadute che, stando a determinate teorie, sarebbe più “sicuro” per gli scaligeri se ad accompagnarli verso la discesa agli inferi, oltre che il Frosinone, si dovesse trovare l’altra matricola di questo campionato, ovvero il Carpi. E guarda caso, il Carpi è la principale concorrente del Palermo per questa corsa all’ultimo posto utile in zona salvezza.

Su cosa si basa la convinzione di tutto ciò? Si parte innanzitutto dal valore complessivo del paracadute, che al termine di questa stagione sarà di sessanta milioni, da dividere tra le tre società che saluteranno la Serie A. Il Verona, avendo disputato almeno tre delle ultime quattro stagioni in massima serie, ha diritto alla fetta maggiore di contributi riservati alle squadre retrocesse dalla Serie A alla Serie B, ovvero venticinque milioni di euro. Al Frosinone, con un solo anno di A sulle spalle, andrà la fetta minore, ovvero quella da dieci milioni di euro. In tutto, dunque, i milioni già “impegnati” sono trentacinque, lasciandone così a disposizione altri venticinque per la terza retrocessa. Esattamente la cifra che spetterebbe al Palermo (tre anni di A nelle ultime quattro stagioni) in caso di terzultimo posto; mentre qualora il malcapitato dovesse essere il Carpi, la cifra sarebbe identica a quella destinata al Frosinone. Dieci milioni ai biancorossi, per un totale di quarantacinque milioni su sessanta di paracadute. E di quei quindici milioni restanti cosa si fa?

Articoli Correlati

Qui si scatena tutto l’asse complottistico che vedrebbe il Verona “favorito” da una salvezza del Palermo. Quei quindici milioni vanno al Verona, sì. Ma a che condizione? Per poter prendere il surplus del paracadute, gli scaligeri devono fallire la promozione in massima serie, ovvero rinunciare per due anni di seguito a circa una trentina milioni di diritti televisivi. Una stima fatta sui ricavi attuali dell’Hellas, e non di quelli potenziali dovuti all’aumento della cifra da destinare alla voce introiti tv. In quel caso, il Verona avrebbe potuto mettere in cassa già nella prossima stagione una somma pari a trentatré milioni di euro, per poi aumentare a 34,4 milioni nell’annata successiva. Si parte dunque da una soglia di sessanta milioni lasciati per strada nei due anni in Serie B per potersi accaparrare quindici milioni di surplus del paracadute, da aggiungere ai venticinque già assicurati. Non serve nemmeno la calcolatrice per capire quanto ci perda il Verona, che ad accompagnarla in B sia il Palermo o il Carpi.

Questi quindici milioni, semmai, sono una sorta di “assicurazione sulla vita”, qualora per un qualsivoglia motivo i gialloblù non dovessero centrare l’immediato ritorno in massima serie. A quel punto sì, potrebbe essere meglio avere la certezza di quella cifra piuttosto che perderla prima del via, ma resta sempre un discorso campato per aria. Perché da quelle parti sanno bene cosa comporti mancare la risalita al primo tentativo. E se il Verona non dovesse rientrare tra le prime venti d’Italia nel giro di un anno, quel surplus di quindici milioni servirà giusto a tappare qualche buco. Troppo poco per mettere in discussione la serietà e la sportività di un club che fino a domenica sera sarà ancora di Serie A.

Pubblicato il

11 Maggio 2016, 08:30

Condividi sui social