PALERMO – Due giri di valzer, ma senza poter ballare. Franco Vazquez non ha potuto indossare l’abito buono e mostrare al mondo intero il proprio valore, dopo aver abbagliato con la sua luce tutti i campi della serie A nello scorso campionato, e nei primi due impegni di quello in corso. Il commissario tecnico Antonio Conte ha deciso di non chiamarlo in causa per le sfide contro Malta e Bulgaria, entrambe vinte con un risultato striminzito e grazie ad episodi favorevoli più che al gioco messo in mostra dagli azzurri: a Firenze contro gli isolani è stata la ‘mano di Graziano’ a regalare i tre punti al tecnico pugliese, salvato poi dalla precisione chirurgica di De Rossi dal dischetto per ottenere la vittoria contro i bulgari.
Eppure, quella appena superata era una doppia ghiotta occasione per vedere un Vazquez protagonista in azzurro. La sfida contro Malta sembrava cucita su misura per l’italo-argentino, sia per il valore dell’avversario sia per l’impegno messo in allenamento a Coverciano. Eppure, Conte ha puntato prima su Gabbiadini e poi su Candreva, per completare il tridente azzurro composto anche da Eder e Pellè. Per non parlare della sfida contro la Bulgaria, che vede aggiungere ai due elementi sopra citati un terzo, forse ancora più importante: si giocava al ‘Renzo Barbera’ di Palermo, la casa di Vazquez nei due campionati precedenti e in quello in corso. Il pubblico siciliano attendeva la discesa in campo del ‘Mudo’, ma ha dovuto accontentarsi di vedere all’opera un altro rosanero, il bulgaro Chochev, che a dire il vero ha fatto un po’ di fatica.
Non si può non sostenere, dunque, che Antonio Conte abbia commesso un errore nel negare qualche minuto a Franco Vazquez nel doppio appuntamento azzurro di inizio settembre. Non tanto perchè il soggetto in questione era il giocatore più atteso dalla platea palermitana, quanto per la pochezza del gioco offensivo dell’Italia: il doppio 1-0 lo dimostra, le statistiche al termine di ciascuna partita sono un ulteriore deterrente nei confronti del ct azzurro. E chissà che questa doppia ‘virgola’ – giusto per rubare un termine al gergo cestistico – non carichi ulteriormente il Mudo a fare una grande stagione con la maglia del Palermo. Un modo come un altro per far capire a Conte che ‘Franco c’è’.