20 Aprile 2021, 07:34
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CATANIA – Sarebbero stati almeno in 14 quella maledetta sera dell’8 agosto 2020 al civico 18 di viale Grimaldi. Era ancora giorno quando Librino si è trasformato in un fronte di guerra. Una guerra tra clan. Da una parte i Cursoti Milanesi, dall’altra i Cappello. Tutti armati fino ai denti. Una raffica di fuoco che ha lasciato due morti sul selciato (Enzo Scalia e Luciano D’Alessandro) e ferito almeno sei persone. Pochi giorni dopo il duplice omicidio, i carabinieri hanno fatto scattare cinque fermi allo scopo di bloccare l’emorragia di sangue che poteva innescarsi. Il capoclan dei ‘Milanesi’ Carmelo Di Stefano, pasta ‘ca passa, resta in carcere, Martino Sanfilippo decide di collaborare con la giustizia, gli altri 3 – su decisione del gip – tornano in libertà.
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Ma le indagini non si sono mai fermate. E così l’apparato probatorio è diventato d’acciaio. Oggi è scattata l’operazione, chiamata Centauri, che ha fatto scattare le manette ai polsi di 14 persone. Sono accusate – in concorso – di “duplice omicidio, 6 tentati omicidi e porto e detenzione illegale di armi da fuoco in luogo pubblico, tutti con l’aggravante di avere agito per motivi abbietti ed avvalendosi delle condizioni previste dall’associazione di tipo mafioso”.
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Un’indagine meticolosa che ha ripercorso, andando a ritroso nel tempo, quelle 48 ore turbolente culminate con fuoco e sangue. Dal pestaggio in via Armando Diaz da parte dei Cursoti Milanesi di Gaetano Nobile, che con coraggio ha deciso di raccontare ogni cosa ai carabinieri (tanto che è finito per essere definito ‘sbirro’ dai Cappello, con tanto di scritta a San Cristoforo), alla spedizione mafiosa dei Cappello capitanata da Salvuccio Lombardo jr nella roccaforte dei Sanfilippo. Un fiume di scooter è arrivato quella sera al viale Grimaldi. Da due macchine, con a bordo esponenti dei Cursoti Milanesi, sono partiti subito raffiche di fuoco e poi c’è stata la risposta dei motociclisti.
Poteva succedere di tutto quella sera. Le pallottole potevano arrivare a colpire anche i tanti bambini che in piena estate amano scorrazzare all’ombra dei palazzoni fino al tramonto.
Il racconto di Martino Sanfilippo, uomo di fiducia del boss Carmelo Di Stefano, ha permesso ai carabinieri di avere un occhio all’interno del clan dei Cursoti Milanesi e poter avere un riscontro diretto alle indagini tradizionali. Anche se la ciliegina sulla torta all’inchiesta è stata data anche dal video trovato nel cellulare di Giovanni Scalia, il padre di una delle vittime. Un filmato che ha immortalato le due fasi del conflitto a fuoco.
Oltre alle contrapposizioni tra Gaetano Nobile e il boss dei Cursoti Milanesi, che è regista di una spedizione punitiva nei confronti del titolare di due attività commerciali (cedute dopo quanto accaduto) in via Diaz, c’è anche un contrasto insorto tra Salvuccio Jr Lombaro e Giorgio Campisi. Insomma tensioni su tensioni che alimentato lo scontro storico tra i due clan.
Cursoti Milanesi: Roberto Campisi, Agatino Davide Scuderi, Michael Agatino, Giovanni Nicolosi e Rosario Viglianesi.
Cappello: Concetto Alessio Bertucci, Massimiliano Cappello, Salvatore Chisari, Renzo Cristaudo, Gaetano Ferrara, Luciano Guzzardi, Santo Antonio Lorenzo Guzzardi, Salvuccio jr Lombardo, Gaetano Nobile, Rinaldo Puglisi, Sebastiano Cavallaro.
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20 Aprile 2021, 07:34
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