CATANIA – Da sei mesi non se ne ha notizia. Eppure, è il documento che dovrebbe salvare Catania dal dissesto. Di Nuovo. Il piano di riequilibrio finanziario rimodulato, votato non senza polemiche dal Consiglio comunale lo scorso mese di settembre, è fermo nelle stanze del Ministero che, ad oggi, non ha ancora espresso una posizione in merito ai contenuti. Solo dopo l’approvazione da parte del Governo, il documento potrà essere inviato alla Corte dei Conti per essere definitivamente valutato.
Insomma, ancora non si conoscono le sorti di Palazzo degli Elefanti in merito a un default non ancora scongiurato che, se dichiarato, porterebbe all’inelegibilità di sindaco, Giunta e consiglieri per dieci anni. A condannare gli amministratori in caso di fallimento è il decreto legislativo 149 del 5 ottobre 2011: la sanzione a carico degli amministratori che hanno contribuito con dolo o colpa grave al verificarsi del default, è l’incandidabilità per dieci anni al ruolo di assessore, revisore dei conti degli enti locali e rappresentante dell’ente locale presso altri enti e istituzioni. Per i sindaci e presidenti l’incandidabilità è estesa alle cariche di sindaco, presidente di provincia, presidente di Giunta regionali, membri di consigli comunali o provinciali, del Parlamento italiano ed europeo”.
Del piano, dunque, non si sa ancora alcunché, come confermano dall’assessorato regionale alle autonomie, dove dovrebbe approdare la procedura nella parte conclusiva, e dove, stando al dirigente Morale, non è arrivato ancora nulla. Forse occorre più tempo per valutare le centinaia di pagine di cui è composto il Piano di rientro, forse qualche dato non corrisponde e si starebbero valutando se le condizioni inserite nel documento siano o meno sostenibili o se, come accusato da alcuni membri del Consiglio comunale, alcune voci non potranno essere supportate. Fatto sta che, sul Comune di Catania, pende ancora la spada di Damocle del dissesto.
Ma a fugare i dubbi di un possibile e prossimo default e a immaginare uno dei per cui il documento approvato lo scorse settembre sia ancora fermo al Ministero è il Ragioniere generale del Comune di Catania, Massimo Rosso. “Non abbiamo alcuna comunicazione formale, al momento – afferma – per cui non sappiamo se il procedimento è ordinario o meno. Nel frattempo è però successo un fatto nuovo – continua – l’emanazione di una norma che consente il reintervento sul Piano di risanamento del Comune di Catania, così come degli altri enti nelle stesse condizioni, al fine di poter redistribuire i disavanzi pregressi in trent’anni anziché in dieci, entro il 31 maggio. Per cui credo sia logico – prosegue – attendere che i Comuni possano aderire alla nuova riformulazione e valutare un unico piano di risanamenti e non a parti separati”.