L’odio del jihadista palermitano| “Li macelliamo”: due arresti

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17 Aprile 2019, 07:19

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PALERMO – L’ombra del terrorismo non è mai stata così vicina. Arriva fino a casa nostra, in Sicilia. Per la precisione ad Aspra, frazione di Bagheria, provincia di Palermo. È qui che Giuseppe Frittitta, 25 anni, si è convertito all’Islam, si è addestrato per diventare un combattente ed era pronto ad andare in Siria o Turchia per morire al servizio dell’Isis. Voleva diventare un martire, di quelli che con gli attentati suicida massacrano gli occidentali.

Gli agenti della Digos della questura di Palermo hanno fermato Frittitta e il marocchino Osama Ghafir, appena diciottenne. Il primo si era da poco trasferito a Bernareggio in provincia di Monza-Brianza, dove lavorava come autista di autoarticolati e si mostrava nei selfie armato di coltello. Il secondo viveva in provincia di Novara. Il fermo per ragioni di urgenza e sicurezza è stato firmato dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Calogero Ferrara.

Entrambi sono indagati per “istigazione a commettere più delitti in materia di terrorismo e per essersi addestrati per il compimento di atti di natura terroristica”. In base alle stringenti norme entrate in vigore nel 2015 i due fermati rientrano nella categoria dei cosiddetti “lupi solitari”.

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Sono i “lupi solitari” ad avere seminato morte in Europa. L’attentato a Parigi nella redazione della rivista “Charlie Hebdo”, quello a Copenaghen nel corso di un incontro per commemorare le vittime parigine, l’attacco al Museo del Bardo e nella spiaggia di Sousse in Tunisia, gli attentati di Bruxelles e del Bataclan a Parigi, nelle ramblas di Barcellona, al mercato di natale di Berlino o nel lungomare lungomare di Nizza: sono tutti opera di lupi solitari che non hanno un’organizzazione alle spalle, ma sono spinti dall’odio verso i “Kuffar” e cioè tutti quelli che non credono nel Dio islamico.

Frittitta, i cui genitori hanno provato in tutti modi a cambiare le scelte del figlio, è entrato in contatto con Ghafir e hanno abbracciato il salafismo, il movimento che vuole scuotere l’Islam colonizzato dagli occidentali. Si allevano duramente, praticavano crossfit e soft air per essere pronti alle fatiche della guerra. Nel frattempo si galvanizzavano scambiandosi video dai contenuti inequivocabili: “Li macelliamo con un massacro di pecore. Siamo gli aspiranti al martirio”. I social network erano il luogo della propaganda, dell’odio contro l’Occidente,

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17 Aprile 2019, 07:19

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