PALERMO – Hanno ripercorso con la mente quei momenti drammatici. In quella giornata terribile che ha strappato per sempre Carmela dalle loro braccia, si trovavano lì, in via Uditore. Non credevano a ciò che era successo, sapevano di chi era quella mano armata che con ferocia ha ucciso la diciassettenne ed ha ferito gravemente la sorella Lucia.
Oggi si sono incontrati, ancora una volta, per dare coraggio alla loro compagna di scuola: gli amici del liceo classico ‘Umberto’ I non hanno mai lasciato da sola Lucia Petrucci ed anche stamattina, al Tribunale di Palermo, sono stati al suo fianco e vicini ai genitori.
Si è infatti aperto il processo d’appello nei confronti di Samuele Caruso, condannato l’anno scorso all’ergastolo dal gup Daniela Cardamone. Stamattina la difesa – davanti alla Corte di assise d’appello presieduta da Salvatore Di Vitale – ha chiesto l’integrazione della perizia di primo grado con l’ausilio di uno psicologo. L’accusa si è opposta. La Corte scioglierà la riserva nella prossima udienza.
In aula – il processo di svolge col rito abbreviato a porte chiuse – la sorella Lucia, il padre e la madre di Carmela Petrucci, che ha lasciato il palazzo di giustizia con le lacrime agli occhi. “Non abbandoneremo mai la famiglia di Carmela e Lucia – hanno detto i compagni di scuola delle ragazze – perché loro hanno perso una figlia, una sorella, ma noi una delle migliori persone che avessimo mai conosciuto. La loro e nostra vita è stata sconvolta”. Il processo è stato rinviato al 24 febbraio.
