Ma Venturi dov’è stato?

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06 Ottobre 2012, 10:25

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PALERMO – Tutto si può fare tranne che difendere Raffaele Lombardo, l’attuale governatore di Sicilia, finto dimissionario. Tutto si può fare, dunque, eccetto che trovare un barlume di luce nel buio profondo dove il suddetto, il presidente di una giunta di governo in perenne transumanza, ha gettato una regione proclamata adesso barzelletta di tutto il mondo civile. Nel frattempo che al Nord si strappano i capelli per quel che accade in Lazio, coi loro Fiorito, o in Lombardia, con i traffici di panfili e vacanze di Roberto Formigoni, la Sicilia, grazie al peggiore dei governatori possibili, è messa peggio di Roma e di Milano per sprofondare nella bancarotta morale e politica.

Ma mentre si consumano gli ultimi fuochi di un incendio tutto di rapina e di saccheggio, un azzanno di cervello, uno solo, potentissimo, ancora non ci dà pace e attende una risposta. E dunque, rileggendo la dichiarazione di Marco Venturi, fresco di dimissioni da assessore regionale alle Attività prooduttive. Testuale: “Con il suo modo di fare e con i provvedimenti che ha adottato, Lombardo sta mettendo ancora di più la regione nelle mani di mafiosi e affaristi”. E non solo: “Cosa Nostra sta ottenendo e otterrà favori a causa delle sue azioni spregiudicate”. Ecco, tutto si può fare tranne che stare dalla parte di Lombardo, anche un solo istante, ma una cosa semplice semplice da fare – quella che azzanna il cervello – e che dovrebbe succedere, è questa. Ci vorrebbe un procuratore, un’autorità vera, magari un prefetto inviato all’occorrenza dal Governo di Roma. Ci vorrebbe un bellissimo figlio di buttana in grado di poter convocare Venturi, possibilmente direttamente nell’anticamera di un carcere, per chiedergli quello che azzanna il cervello di tutti i siciliani, compresi i complici di Lombardo. E non per dire: “Scusi, ma lei dov’è stato tutto questo tempo?”, piuttosto per fargli questo discorsetto: “Allora, dottor Venturi, quella è la cella. O mi spiega per bene il contenuto, nei fatti e nelle circostanze delle sue frasi, e così ci chiudo dentro il Governatore. Oppuramente, carissimo lei, se non mi porta fatti e circostanze, in questa stanza ci chiudo a lei. Bello, stretto e incatenazzato”.

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06 Ottobre 2012, 10:25

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