Macaluso attacca Lodato e Orlando | Tornano i veleni dell’antimafia?

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28 Luglio 2009, 11:10

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Certi argomenti sembrerebbero morti e sepolti, residui di polpa per uccelli da carcassa. Rancori passati, crepe ricomposte, sia pure a fatica. E invece no. Basta scorrere l’ultima pagina del “Foglio” di oggi per rendersi conto che il vaso di Pandora, scoperchiato negli ultimi tempi dalle cadenze della cronaca sul fronte mafia-antimafia, continua a partorire creature velenosette, venature schiumanti rabbia, sottolineature che è già caritatevole definire aggressive. Tuttavia, è buona cosa che si parli delle stragi del ’92 e dei torbidi contorni senza peli sulla lingua, abbandonando la retorica di un’identità comune che non esiste e che non è mai esistita in quel pezzo di Storia. La vicenda di quegli anni fu controversa, costellata di divisioni sanguinose che la morale del sepolcro degli eroi ha inumato e mascherato con un cerone facile da sgretolare. Adesso, gli antichi distinguo tornano in superficie. Sotto il sole della polemica contemporanea rilucono le armature e le lance di una volta. Scrive, dunque, un ex big del PCI come Emanuele Macaluso, in una lettera indirizzata proprio al “Foglio”: “Un grande giornalista dell’Unità Saverio Lodato, nella rubrica che condivide con Andrea Camilleri, comunica allo scrittore siciliano di sapere ‘quando è avvenuto il punto di rottura che ha portato all’Italia di oggi’. E questo ‘ a proposito della mafia, della lotta alla mafia, del ruolo che aveva assunto in Sicilia la magistratura’. Insomma, Lodato sa chi sono i responsabili del fatto che in Italia c’è ancora la mafia. Lo scoop è quindi di eccezionale rilievo. Infatti il nostro ritiene che una decina di anni fa ‘i plotoni di guastatori, che mirarono – in nome del garantismo – i reticolati della lotta alla mafia, rispondono ai nomi di: Jannuzzi, Sgarbi, Liguori, Del Turco, Ferrara, Vespa, Macaluso, per dir solo i più noti. Concluso il lavoro sporco, cioè il più difficile, il resto venne da solo’. Per la verità nella sua risposta – insiste Macaluso – Camilleri non segue il consiglio del giornalista dell’Unità. Giornale questo che, dopo tante encomiabili battaglie contro la mafia, ad un certo momento diventò, con i Lodato, organo di Leoluca Orlando. Si tratta della compagnia che, insieme ad un sedicente comitato antimafia, bollarono un altro guastatore garantista, che si chiamava Leonardo Sciascia, come un ‘quaquaraqua che si era messo fuori dalla società civile’. E successivamente quella stessa Unità attaccò Falcone, dicendo che si era posto al servizio di Craxi e Martelli…”. Conclude Macaluso: “Questa è la pasta di persone che scambiano il loro ruolo di dirigenti politici e di giornalisti per postini di qualche procuratore. Che l’Unità di oggi abbia messo in pista questi personaggi non mi stupisce”. A tanta veemente offensiva Saverio Lodato risponde con un laconico: “Ho l’influenza, è tutta roba vecchia”. Probabilmente sì. Ma è anche vero che talvolta le cose vecchie possono essere rilette con occhiali nuovi. E non è detto che sia sempre un male.

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28 Luglio 2009, 11:10

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