PALERMO – Una Ford Ka acquistata in Calabria ed una Polo Volkswagen noleggiata in aeroporto erano servite per riparare due auto identiche, ma rubate. Quelli che sembravano mezzi nuovi di zecca, erano in realtà frutto di un assemblaggio strategico. in E’ questo ciò che viene fuori dalle intercettazioni dell’operazione “New Life” della polizia stradale di Palermo, che ha smantellato l’organizzazione che taroccava i mezzi per rimetterli in vendita in un autosalone di viale Regione Siciliana e su internet.
L’inchiesta che ha condotto a sei arresti e tredici denunce a piede libero ha fatto emergere che il meccanismo ormai ritenuto infallibile dalla banda, aveva “rigenerato” almeno una trentina di macchine. Tra queste, quella incidentata acquistata in provincia di Cosenza da Giuseppe Megna, considerato al vertice dell’associazione. L’auto era stata rimessa a nuovo con i pezzi di un’altra Ka, la cui proprietaria ne aveva denunciato il furto in via Leonardo da Vinci poche settimane prima.
In base a quanto le microspie hanno captato, era stato proprio Megna a mettersi d’accordo con il rivenditore calabrese e a fissare orari e luogo dell’arrivo dell’auto a Palermo. L’auto, di colore grigio e tre porte, era arrivata nel capoluogo siciliano con bisarca e poi era stata trasportata con una carro attrezzi in un locale di Megna a Ficarazzi, in viale Europa. Una volta in possesso della macchina, per Megna era stato necessario contattare Orazio Fiorentino, il carrozziere che si sarebbe messo a disposizione della banda:
Megna: Senti una cosa, per domani come ci possiamo organizzare?
Fiorentino: Per che cosa? Io devo andare dal Messina (il meccanico, ndr) perché mi ha chiamato e mi ha detto che è fermo lui.
Megna: A me oggi mi è arrivata l’auto e gli devo cambiare il ponte di dietro e qualche altra cavolata. Il parabrezza e si deve vedere qualche perdita dal radiatore, capito? Mi interessa che prima sistemate quello. In questa ci vogliono due sportelli, sono ammaccati. Il parabrezza e qualche altra cavolatina da fare, un parafango…e il pinte di dietro che è storto minchia, va bene?
Dopo pochi giorni la macchina incidentata era stata riparata ed era in ottime condizioni, tanto da essere trasportata nell’autosalone “Car import”, della madre di Megna, per essere messa a disposizione della clientela. La polizia ha accertato che in quello stesso periodo una Ka identica era stata trasportata presso una ditta di autodemolizioni: non aveva più le targhe e le parti incidentate appartenevano alla macchina acquistata in Calabria.
Un copione che si è ripetuto nel caso di una Polo, stavolta però risultata noleggiata poco tempo prima. Ad entrare in azione sarebbe stato Giuseppe Castelli, anche lui finito agli arresti domiciliari. Secondo quanto accertato dagli investigatori avrebbe preso a noleggio l’auto all’aeroporto di Punta Raisi e ne avrebbe poi denunciato il furto al commissariato Zisa. Negli stessi giorni l’organizzazione aveva acquistato una Volkswagen Polo incidentata per 1900 euro, le quali aprti gravemente danneggiate furono sostituite con quelle della macchina di proprietà della “Locauto Rent”, che ha sede al Falcone e Borsellino.