Cronaca

Mafia, blitz a Picanello: gli arrestati FOTO

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15 Ottobre 2021, 13:31

3 min di lettura

CATANIA – I soldi delle bische clandestine per assicurare gli “stipendi” agli affiliati del clan. Ma anche droga ed estorsioni – con il metodo ormai rodato dei “recupero crediti” – per far gonfiare la pignata del clan. La cassa comune è quella del gruppo santapaoliano di Picanello, storica roccaforte del capodecina Carletto Campanella da decenni in carcere. Questa volta, però, invece del cuore militare della cosca (come è stato per l’operazione Orfeo di diversi anni fa) è nche la linfa finanziaria ad essere colpita. Ad alcuni indagati, infatti, è contestato il reato di riciclaggio. Inoltre i carabinieri hanno sequestrato una casa discografica. LEGGI I SEGRETI DELLE INDAGINI

Rudy Veneziano

Il blitz Picaneddu

Il blitz – chiamato Picaneddu – è scattato nella notte. I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma, hanno eseguito, tra Catania e Vicenza, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catania nei confronti di 15 indagati. Uno però è risultato latitante. LEGGI I SEGRETI DELLE INDAGINI

Andrea Caruso

I retroscena del blitz

Le indagini sono partite all’indomani del blitz Orfeo, quando i carabinieri azzerano il clan portando in carcere anche il boss Giovanni Comis, all’epoca vertice del gruppo.

Estorsioni, riscossioni crediti, droga e bische clandestine servivano ad alimentare le casse del clan e quindi a mantenere gli stipendi agli affiliati.

Veronica Puglisi

Il denaro sporco del clan

Ma uno degli aspetti più interessanti dell’indagine è il ruolo di alcuni imprenditori che si sarebbero messi a disposizioni del clan per fare da lavatrice di soldi sporchi. Andrea Consoli (indagato per concorso esterno) e Carlo Concorso (indagato per trasferimento fraudolento di valore in concorso e riciclaggio) avrebbero stretto rapporti sempre più intensi con gli affiliati e con i vertici del clan mafioso. Tutto al fine di ottenere vari favori. In cambio avrebbero dato la loro disponibilità a custodire il denaro accumulato dall’organizzazione mafiosa. Tutto per evitare misure di prevenzione, che oggi sono puntualmente arrivate.

Giovanni Frazzetta

I nomi

Sono finiti in carcere Andrea Caruso, Giovanni Comis, Andrea Consoli, Giovanni Frazzetta, Mario Frazzetta, Giuseppe Russo, Carmelo Salemi, Vincenzo Santo Scalia, Francesco Testa. Obbligo di dimora per Carlo Concorso, Ugo Puglisi Foscolo, Veronica Puglisi Foscolo, Rudy Veneziano.

Enzo Dato, detto pirigno, risulta latitante. Un’altra persona è stata rintracciata all’estero.

Francesco Testa

Il custode dei soldi del boss

Le intercettazioni hanno portato a scoprire che Consoli avrebbe nascosto 500 mila euro ricevuti da Comis. Inoltre avrebbe “reimpiegato” il denaro mediante l’intestazione fittizia di una società riconducibile a Concorso proprietà di un immobile a tre piani, che poi è stato rivenduto.

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Carmelo Salemi

La casa discografica

Alla fine c’è il capitolo casa discografica. I carabinieri hanno sequestrato la Q Factor Records sas intestata a uno dei figli di Comis e che vede come socio accomandante Andrea Consoli. Per gli inquirenti l’etichetta di alcuni dei volti più noti del neomelodico è direttamente riconducibile al boss. Sequestrati inoltre conto correnti per 500 mila euro e un’abitazione intestata alla moglie di Comis in contrada Saracena ad Augusta.

Carlo Concorso

I neomelodici

Tra i cantanti prodotti anche Gianni Vezzosi, autore di canzoni come Enzo Negativa dedicato a Vincenzo Scalia ammazzato nella sparatoria dell’8 agosto 2020 a Librino. “I neomelodici non sono indagati”, hanno detto i carabinieri in conferenza stampa.

Andrea Consoli

Il latitante

Enzo pirigno Dato, anche lui destinatario dell’ordinanza del gip, è al momento latitante. Non è la prima volta che il soldato del clan di Picanello sfugge alla cattura ed è arrestato fuori dalla Sicilia. Presi però i fiancheggiatori del latitane, Rudy Veneziano, Veronica e Ugo Puglisi Foscolo

Giovanni Comis

Un’altra persona è stata individuata all’estero. “Per questo indagato sono stati già attivati i canali di cooperazione internazionale”, ha concluso Rino Coppola, comandante provinciale dei carabinieri di Catania.

Giuseppe Russo
Vincenzo Scalia

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15 Ottobre 2021, 13:31

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