Mafia, droga e neomelodici: condanne a Santa Maria di Gesù

Mafia, droga e neomelodici: condanne a Santa Maria di Gesù

Alcuni sconti di pena e tante conferme

PALERMO – Sotto processo c’erano imputati che hanno fatto la storia della recente Cosa Nostra e gestito i traffici di droga a Villagrazia e Santa Maria di Gesù.

Sono stati condannati dalla prima sezione della Corte d’appello (presidente Adriana Piras, a latere Gianfranca Claudia Infantino, relatore Mario Conte), seppure ci siano delle differenze rispetto al verdetto di primo grado.

Gli uomini chiave erano Sandro Capizzi, Salvatore Freschi, Salvatore Profeta (accusati di essersi alternati alla guida della famiglia di Villagrazia) e Ignazio Traina (indicato come il capomafia di Santa Maria di Gesù).

Sandro Capizzi è figlio del boss ergastolano Benedetto che mentre scontava il carcere a vita nella sua villa per motivi di salute, tentò di riorganizzare Cosa Nostra. I cento arresti del blitz “Perseo” nel 2007 bloccarono la rifondazione.

Salvatore Profeta avrebbe rappresentato il nuovo che avanza, forte della sua parentela: ha preso il nome del nonno omonimo, storico capomafia deceduto e condannato ingiustamente per la strage di via D’Amelio.

Nei confronti di Profeta, difeso dagli avvocati Vincenzo Pillitteri e Riccardo Bellotta, è però caduta l’accusa di associazione mafiosa mentre ha retto quello di essere il capo dell’organizzazione che gestiva gli affari della droga.

Traina era boss e al contempo signore della droga, sceso in campo per tutelare non solo i suo interessi e quelli del mandamento di Santa Martia di Gesù, ma anche di altre famiglie mafiose palermitane.

Cosa nostra avrebbe regolato la vita nelle borgate. Come ricostruirono nel 2022 la Procura di Palermo e i carabinieri del Ros ad alcuni lo Stato pagava pure il reddito di cittadinanza.

I soldi del pizzo e della droga servivano a finanziare le famiglie dei detenuti. La festa rionale in via Mendola avveniva sotto il rigido controllo mafioso. I boss decidevano tutto: quali strade chiudere, dove piazzare le bancarelle, quali e quante bevande vendere, quali cantanti neomelodici dovesserp esibirsi sul palco

Questo il dettaglio della sentenza: Salvatore Profeta jr da 20 anni a 14 anni e 8 mesi. Giovanni Adelfio da 10 a 13 anni ma in continuazione con due precedenti sentenze. Andrea Taormina 8 anni (erano stati 9 e 4 mesi di in primo grado). Salvatore Freschi 17 anni, 7 mesi e 23 giorni (cinque in più ma in continuazione). Giovanni La Mattina da 10 anni e 8 mesi a 9 anni. Antonino Lucera 2 anni e 8 mesi, Salvatore Luisi 8 anni, 10 mesi e 20 giorni. Samuele Immesi un anno e quattro mesi ma con la sospensione condizionale della pena.

Confermate le altre condanne: Ignazio Traina 18 anni, 2 mesi e 20 giorni in continuazione con un precedente reato. Francesco Guercio 16 anni, un mese e 23 giorni. Sandro Capizzi 12 anni, 5 mesi e 10 giorni. Massimo Mancino 11 anni, 10 mesi e 6 giorni. Gioacchino Cardella 6 anni, 2 mesi e 20 giorni. Girolamo Rao 14 anni, 3 mesi e 16 giorni. Mariano Calascibetta 4 anni e 8 mesi. Antonino Lucera 2 anni, 11 mesi e 16 giorni. Salvatore Binario 2 anni, 2 mesi e 20 giorni.


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