16 Gennaio 2024, 05:01
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ADRANO (CATANIA) – Oggi è un giorno importante per la città di Adrano. O perlomeno lo è per quella che gli agenti del Commissariato – e della Squadra Mobile di Catania – hanno definito la “Adrano Libera”. Una Adrano che non cede al ricatto di Cosa Nostra. E di certo, un giorno cruciale, lo è pure per gli appartenenti – o coloro che sono ritenuti in qualche modo avvicinati – al gruppo locale del clan Santapaola-Ercolano, ovvero la cosca dei Santangelo-Taccuini.
Questa mattina compariranno in trenta dinanzi alla Corte d’appello di Catania. Condannati nel settembre del 2022 dalla Gup Anna Maria Cristaldi. Tra di essi ci sono pure i “pezzi da Novanta” del clan, ovvero Gianni Santangelo, Toni Ugo Scravaglieri e Antonino Bulla: tutti e tre hanno preso 20 anni in primo grado. Avrebbero “promosso, organizzato o diretto” l’associazione mafiosa. Il Comune di Adrano, si ricorda, si è costituito parte civile al processo.
I tre presunti “capi” sono stati condannati anche per aver diretto, promosso o organizzato, a vario titolo, un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Cocaina, eroina e marijuana, secondo gli investigatori, ad Adrano erano un affare mafioso. Gestito da un clan potente e pericoloso come i Santangelo. Una cosca antica, legata pure a simbolismi sinistri: quando un giovane appartenente al clan, ovvero Valerio Rosano, decise di pentirsi, fece affiggere dei finti necrologi con la sua foto per tutta la città.
Tra le accuse contestate a vario titolo agli imputati c’è anche il furto con scasso del bancomat della Banca Credem di Adrano, avvenuto il 13 dicembre 2017. Dell’episodio sono accusati, tra gli altri, proprio i tre principali imputati. I tre avrebbero usato dei mezzi rubati a Santa Maria di Licodia e a Biancavilla, un escavatore e un camion. Con quelli avrebbero letteralmente scavato le pareti. Quel colpo avrebbe portato alle casse del clan Santangelo oltre 24 mila euro.
La sentenza di primo grado aveva condannato poi a 6 anni 8 mesi e 20 mila euro di multa Antonino Amato, a 12 anni e 4 mesi Giuseppe Arena, a 11 anni e 4 mesi Kevin Bua. E ancora, 11 anni e 4 mesi sono stati inflitti a Vincenzo Bulla, 10 anni e 8 mesi a Fabio Castelli, 9 anni e 30 mila euro di multa a Ermir Daci. Poi 11 anni e 10 mesi di reclusione per Antonino D’Agate, 9 anni e 4 mesi per Nicolò D’Agate e Salvatore Diolosà.
Salvatore Placido D’Oca ha preso 7 anni 4 mesi e 20 mila euro, Antonino Foti 12 anni, Salvatore Foti 13 anni e 4 mesi, Rosario Galati Massaro 11 anni e 4 mesi. Poi Antonino La Mela 11 anni e 4 mesi, Giuseppe La Mela 12 anni e 4 mesi, Domenico La Villa 10 anni, Roberto Leonardi 6 anni 10 mesi e 20 giorni e 2.200 euro di multa. Nicolò Liotta ha preso 6 anni e 28 mila euro di multa, Federico Longo 10 anni e 4 mesi, Giovanni Managò 6 anni e 8 mesi e 30 mila euro di multa, Domenico Mannino 7 anni e 28 mila euro di multa, David Palmiotti 9 anni e 4 mesi.
Nicolò Rosano ha preso 4 anni 5 mesi e 10 giorni, Vincenzo Rosano 4 anni, Domenico Salamone 6 anni 8 mesi e 30 mila euro di reclusione, Carmelo Scafidi 8 anni, Ignazio Vinciguerra 11 anni e 4 mesi di reclusione.
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16 Gennaio 2024, 05:01