Mafia e traffico di droga: alla sbarra il clan Santangelo di Adrano

Mafia e traffico di droga: alla sbarra il clan Santangelo di Adrano

Compariranno in trenta dinanzi alla Corte d’appello

ADRANO (CATANIA) – Oggi è un giorno importante per la città di Adrano. O perlomeno lo è per quella che gli agenti del Commissariato – e della Squadra Mobile di Catania – hanno definito la “Adrano Libera”. Una Adrano che non cede al ricatto di Cosa Nostra. E di certo, un giorno cruciale, lo è pure per gli appartenenti – o coloro che sono ritenuti in qualche modo avvicinati – al gruppo locale del clan Santapaola-Ercolano, ovvero la cosca dei Santangelo-Taccuini.

Il processo

Questa mattina compariranno in trenta dinanzi alla Corte d’appello di Catania. Condannati nel settembre del 2022 dalla Gup Anna Maria Cristaldi. Tra di essi ci sono pure i “pezzi da Novanta” del clan, ovvero Gianni Santangelo, Toni Ugo Scravaglieri e Antonino Bulla: tutti e tre hanno preso 20 anni in primo grado. Avrebbero “promosso, organizzato o diretto” l’associazione mafiosa. Il Comune di Adrano, si ricorda, si è costituito parte civile al processo.

Il necrologio finto

I tre presunti “capi” sono stati condannati anche per aver diretto, promosso o organizzato, a vario titolo, un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Cocaina, eroina e marijuana, secondo gli investigatori, ad Adrano erano un affare mafioso. Gestito da un clan potente e pericoloso come i Santangelo. Una cosca antica, legata pure a simbolismi sinistri: quando un giovane appartenente al clan, ovvero Valerio Rosano, decise di pentirsi, fece affiggere dei finti necrologi con la sua foto per tutta la città.

Il colpo alla Credem

Tra le accuse contestate a vario titolo agli imputati c’è anche il furto con scasso del bancomat della Banca Credem di Adrano, avvenuto il 13 dicembre 2017. Dell’episodio sono accusati, tra gli altri, proprio i tre principali imputati. I tre avrebbero usato dei mezzi rubati a Santa Maria di Licodia e a Biancavilla, un escavatore e un camion. Con quelli avrebbero letteralmente scavato le pareti. Quel colpo avrebbe portato alle casse del clan Santangelo oltre 24 mila euro.

La sentenza

La sentenza di primo grado aveva condannato poi a 6 anni 8 mesi e 20 mila euro di multa Antonino Amato, a 12 anni e 4 mesi Giuseppe Arena, a 11 anni e 4 mesi Kevin Bua. E ancora,  11 anni e 4 mesi sono stati inflitti a Vincenzo Bulla, 10 anni e 8 mesi a Fabio Castelli, 9 anni e 30 mila euro di multa a Ermir Daci. Poi 11 anni e 10 mesi di reclusione per Antonino D’Agate, 9 anni e 4 mesi per Nicolò D’Agate e Salvatore Diolosà.

Salvatore Placido D’Oca ha preso 7 anni 4 mesi e 20 mila euro, Antonino Foti 12 anni, Salvatore Foti 13 anni e 4 mesi, Rosario Galati Massaro 11 anni e 4 mesi. Poi Antonino La Mela 11 anni e 4 mesi, Giuseppe La Mela 12 anni e 4 mesi, Domenico La Villa 10 anni, Roberto Leonardi 6 anni 10 mesi e 20 giorni e 2.200 euro di multa. Nicolò Liotta ha preso 6 anni e 28 mila euro di multa, Federico Longo 10 anni e 4 mesi, Giovanni Managò 6 anni e 8 mesi e 30 mila euro di multa, Domenico Mannino 7 anni e 28 mila euro di multa, David Palmiotti 9 anni e 4 mesi.

Nicolò Rosano ha preso 4 anni 5 mesi e 10 giorni, Vincenzo Rosano 4 anni, Domenico Salamone 6 anni 8 mesi e 30 mila euro di reclusione, Carmelo Scafidi 8 anni, Ignazio Vinciguerra 11 anni e 4 mesi di reclusione.


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