16 Ottobre 2014, 06:15
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PALERMO – Poche parole che aprono nuovi scenari investigativi. Scenari che affondano nel passato. Il 29 settembre scorso i carabinieri mostrano una foto al neo collaboratore di giustizia di Bagheria, Antonino Zarcone. Che senza esitazione mette a verbale: “È Messicati Vitale Antonino, uomo d’onore di Villabate. Dopo l’arresto di Giovanni D’Agati ha preso in mano la direzione della locale famiglia ed ha anche favorito la latitanza di Gianni Nicchi”.
Nicchi, l’astro nascente di Porta Nuova, fu arrestato il 5 dicembre 2009 in via Juvara, non lontano dal Palazzo di Giustizia di Palermo. Quattro anni dopo, a giudicare dalle parole di Zarcone, ci sono ancora tanti punti da chiarire sulla latitanza del giovane boss. Una cosa è certa: l’asse Porta Nuova-Villabate è sempre stato un punto fermo nelle strategie della Cosa nostra degli ultimi anni.
Non è un caso che Nicchi abbia chiesto aiuto ai mafiosi del popoloso centro alle porte di Palermo per sfuggire alla cattura. Basta scavare nel passato. Nel novembre 2003 Bernardo Provenzano spediì alcuni emissari a New York per rinsaldare i rapporti con la famiglia Gambino. Erano Nicola Mandalà e Gianni Nicchi che non brillarono per prudenza. Si diedero alla bella vita con le fidanzate al seguito. Limousine, champagne e ristoranti di lusso. Tutto immortalato nelle fotografie che la Squadra mobile di Palermo avrebbe poi trovato a casa di un amico di Nicchi.
Il giovane boss rimase latitante tre anni e mezzo. Esattamente dal 20 giugno 2006 quando si sottrasse all’arresto nella maxi operazione ‘Gotha’ che aveva decapitato la Commissione di Cosa nostra.
Zarcone sembra parecchio informato anche su questo capitolo di Cosa nostra. La sua collaborazione è alle battute iniziali, ma è certo che i pubblici ministeri e i carabinieri del Nucleo investigativo gli chiederanno di approfondire le poche parole finora dette sul presunto ruolo di Messicati Vitale nel favoreggiamento della latitanza di Nicchi.
E non solo. C’è un altro capitolo inquietante. Nello stesso verbale Zarcone racconta che Messicati Vitale “ha un grosso arsenale di armi anche pesanti e faceva muovere anche Lauricella Salvatore per le estorsioni. Quando si è dato latitante l’accordo era che doveva stare vicino per gestire le vicende mafiose”. Adesso è caccia agli uomini che hanno favorito la latitanza di Nicchi e all’arsenale della famiglia di Villabate nascosto chissà dove.
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16 Ottobre 2014, 06:15