Manovra-bis, niente testo all’Ars| L’esame slitta a maggio

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29 Aprile 2014, 20:49

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PALERMO – Lo hanno atteso fino alle venti. Un’attesa inutile. Il maxiemendamento del governo alla Finanziaria-bis alla fine non è arrivato. “Ma arriverà domani, è già pronto”, assicura l’assessore Roberto Agnello, al termine di una giornata intensissima che lo ha visto dapprima volare a Roma, per cercare rassicurazioni negli uffici del Ministero dell’Economia, e terminata con un lungo colloquio col presidente della Regione Crocetta, proprio per definire i dettagli del testo che dovrebbe consentire di “chiudere i conti”. Un lungo colloquio, dicevamo, quello tra Agnello e Crocetta. Forse troppo lungo. Visto che, alla fine ci si è accorti che non c’era più il tempo per rispettare i termini fissati dalla commissione bilancio per il deposito dell’emendamento. Così, tutto slitta. Il nuovo termine è fissato per domani alle 16. I deputati avranno tempo per presentare i propri emendamenti entro il 2 maggio. In pratica, si parlerà di Finanziaria-bis in Commissione non prima del 5 maggio prossimo. Uno slittamento ulteriore che si tradurrà in un ulteriore ritardo nell’erogazione degli stipendi dei circa 25 mila siciliani che lavorano in enti regionali, teatri, Fondazioni finanziate dalla Regione. Già superati i termini per i pagamenti degli stipendi di aprile, a rischio adesso sono anche quelli di maggio.

“Siamo qui, con elmetto e baionetta”, diceva così tra il serio e il faceto qualche deputato della Commissione bilancio nel pomeriggio. Una battuta amara, che però rende bene l’idea di quello che potrebbe essere il clima che il governo troverà a Palazzo dei Normanni. Elmetto e baionetta. Per evitare che, sulla scia dell’emergenza e sulla scorta degli appelli alla “responsabilità” del presidente della Regione possa passare qualche norma sgradita ai deputati.

E a dire il vero, qualcuno è già uscito allo scoperto. Antonello Cracolici, ad esempio, ha già lanciato il primo “affondo”. L’obiettivo del deputato Pd è l’articolo 15 del testo attualmente in commissione. In un comma si prevede, in pratica, la possibilità di rivedere i contratti dei dipendenti pubblici attraverso il passaggio a contratti di solidarietà.

“Il governo regionale – ha detto il parlamentare democratico – pensa di applicare tagli ai contratti anche ai dipendenti degli enti pubblici: credo che questo sia un percorso inaccettabile, ho presentato un emendamento per sopprimere il comma 2 dell’articolo 15 della ‘manovra-bis’ che prevede questa opzione. Il governo deve dare risposte a migliaia di siciliani – aggiunge Cracolici – e deve indicare come intende coprire i diversi capitoli sottostimati e gli effetti finanziari previsti dal decreto Renzi. L’assessore all’Economia ha mostrato ottimismo? Vuol dire che potremo finalmente dare buone notizie a chi aspetta di avere pagato il proprio stipendio”.

E la norma è considerata discutibile anche da buona parte della commissione Bilancio. “Bisognerà modificare qualcosa – ha detto il presidente Nino Dina – visto che intervenire su contratti già stipulati può avere chiari contorni di incostituzionalità”. Sul tema, per il momento, l’assessore Agnello sceglie la via della cautela: “Non ho ancora depositato il testo in commissione – ha detto – entreremo nel merito solo dopo questo atto formale”.

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Ma il “cuore” dell’emendamento è già stato, in qualche modo, illustrato dal governo. Un meccanismo che consentirebbe, con l’assenso del governo nazionale, di utilizzare le somme ricavate dalle imposte Irpef e Irap come “competenza” e non come “cassa”. Un sistema che permetterebbe di ricavare qualcosa come 190 milioni. Somme che verrebbero utilizzate in parte (poco meno di 90 milioni) per “neutralizzare” gli effetti del decreto Renzi attraverso il quale vengono chiesti ulteriori sacrifici alle Regioni a Statuto speciale. Il resto, invece, servirà per scongelare parte delle voci accantonate nell’allegato 2 della Finanziaria-bis impugnata dal commissario (voci che ammontano oggi a circa 320 milioni di euro).

“Ancora una volta il premier Renzi e il suo governo ha commentato il deputato regionale renziano  Gianfranco Vullo – confermano grande attenzione nei confronti della Sicilia. Oggi il neo assessore al Bilancio del governo Crocetta ha ottenuto il via libera alla manovra finanziaria bis della regione con la condivisione chiara ed inequivocabile di poter inscrivere tra le entrate le anticipazioni per competenza relative ad Irap e Irpef. Con tale procedura vengono coperti i tagli del decreto 118 varato dal governo di Matteo Renzi. Sono soddisfatto che anche con l’assessore Roberto Agnello prosegua il rapporto fattivo e di collaborazione con Roma. Sono certo – ha aggiunto – che la Sicilia abbia intrapreso la via retta per il risanamento dei conti e da un premier come Renzi, attento a ridurre le spese e gli sprechi, non potrà che attendersi adesioni convinte”.

Una lettura completamente opposta a quella dell’opposizione. Secondo il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, infatti, il decreto di Renzi è una norma “ammazza Sicilia”. “Tra l’altro – continua Falcone – non si capisce come si possa quantificare una cifra che non è il frutto di nessun tavolo tecnico. L’unica strada che dovrebbe essere seguita – prosegue – sarebbe l’abolizione dell’articolo 46 del decreto Renzi, e per questo servirebbe la pressione dei deputati siciliani a Roma”.

L’assessore Agnello assicura, però, anche in tarda serata, di avere ricevuto buone notizie da Roma. “E’ tutto pronto”, conferma. Ma il testo alla fine, in commissione non è ancora arrivato. L’esame della Finanziaria-bis slitta ancora. Nonostante gli inviti “a far presto” lanciati anche dal governatore. E nonostante i timori di oltre 25 mila siciliani.

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29 Aprile 2014, 20:49

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