10 Gennaio 2021, 06:30
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PALERMO- In questo tempo di dolore e di angoscia, c’è forse una lezione che abbiamo imparato insieme. Dobbiamo lottare e sostenere chi è in un cammino difficile, quale che sia il nome della croce che porta. Marianna Bonomo è una giovane mamma siciliana che sta affrontando la sua lotta contro un nemico devastante, il cancro. Abbiamo raccontato la sua storia e torniamo a farlo perché c’è bisogno di solidarietà concreta. Ci sono cure da pagare e sono molto costose. E già scriverlo sembra inconcepibile: chi può affiggere il cartellino del prezzo all’esistenza di una persona?
Allora, l’unica cosa da fare è superare l’economia della vita umana proprio con la solidarietà di chi sa quanto questo bene sia non negoziabile. Se guardiamo a Marianna, alla battaglia combattuta coraggiosamente con suo marito, alle variabili minute e infinite che compongono ogni quotidianità, non possiamo non riconoscere in quella singolarità il respiro di tutti noi.
Il marito di Marianna, il dottore Rosario Raimondo, un medico, racconta: “Siamo tornati dall’America, da Houston, da poco. Lì è stato deciso un cambio di protocollo terapeutico. Si tratta di medicinali approvati l’anno scorso negli Stati Uniti e adesso dalle agenzie del farmaco europea e italiana. Ma, da noi, sono in fascia C, cioè non rimborsabili”. E qui, appunto, si pone il problema del prezzo e della raccolta di fondi che la famiglia di Marianna ha promosso online e che, fin qui, è stata essenziale. “La prima somministrazione – racconta il dottore Raimondo – in forma privata è costata 25mila euro, la seconda circa quindicimila, con il contributo dell’ospedale. Il protocollo prevede la cura ogni tre settimane. Abbiamo chiesto il rimborso all’Asp, la risposta per ora è negativa, perché si ritiene non riconosciuta la terapia di Houston. Io so soltanto che mia moglie è arrivata in Texas che non poteva nemmeno camminare e l’hanno rimessa in piedi e so che ci sono studi che comprovano l’efficacia di quelle cure”.
“Oggi ho ripreso con la terapia, dopo quasi 20 giorni di sospensione a causa delle piastrine basse – ha scritto Marianna Bonomo su Facebook -.Sono contenta. Fare è sempre meglio che star fermi e aspettare. Ora si continua, passo dopo passo, ad andare avanti sperando che un giorno possiamo parlarne al passato. Io posso solo ringraziare chi, con il suo amore e la sua determinazione, mi ha permesso e spinto a non mollare. Mio marito Rosario e i miei bimbi. La mia famiglia che è stata presentissima e si è attivata, con tanta determinazione, per cercare ovunque altre opinioni. In certi momenti non riesci a essere presente a te stessa, in quei momenti avevo loro, e non è così scontato. Fidatevi, ho visto malati lasciati soli. La famiglia è una ricchezza infinita, soprattutto quando ci si sostiene davvero. Poi ci sono persone che pur non conoscendomi mi scrivono e mi sostengono come se fossi della loro famiglia. Allora che posso dire se non Grazie per l’essere circondata d’affetto. Qui non si molla. Continuate a pregare per me e, se potete, a diffondere la raccolta fondi su gofound: https://gf.me/u/yjr875”.
Se c’è una cosa che questo tempo ci ha insegnato è che non ci sono gesti, per quanto modulati sulle effettive possibilità di ognuno, che non possano essere decisivi. La strada della solidarietà ama i passi, piccoli o grandi, che vengono compiuti. Come i passi di Tiziana, siciliana di Houston, che, con la sua famiglia, ha dato ricovero, affetto e assistenza a Marianna e a Rosario. Lei non vuole che si scriva o che si dica: la bontà ha sempre il pregio della discrezione. Ma noi, invece, vogliamo scrivere e scolpire nella gratitudine dell’affetto il nome di Tiziana, perché il bene è fatto di volti e di persone. Non dimenticarlo offre speranza.
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10 Gennaio 2021, 06:30