PALERMO – Assolti perché il fatto non sussiste. Maria Arena e il compagno A.D. non sono colpevoli di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Era nella loro disponibilità la casa dove nel 2017 fu scoperto un centro massaggi hot. Nell’appartamento di via Bonanno, non lontano dalla statua della libertà, lavoravano diverse ragazze che fornivano, su richiesta e a pagamento, servizi extra. I due imputati, secondo l’accusa che non ha retto al vaglio del Tribunale, avrebbe aiutato le prostitute svolgendo una serie di mansioni: dalla pubblicazione degli annunci al ricevimento dei clienti.
Le ragazze, però, sono venute in aula a raccontare che con gli imputati c’era un accordo sull’utilizzo della casa, ma mai hanno ricevuto un contribuito operativo per quanto accadeva nelle stanze. Una sorta di cooperativa del sesso a pagamento. Da qui, secondo il legale della difesa, l’avvocato Alessandro Musso, la necessità di assolverli da entrambe le ipotesi di reato: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Questa decisione potrebbe avere un peso nell’altro processo in corso in cui Arena è imputata insieme ad un’alta donna. Ancora una volta è nell’appartamento di via Bonanno che una decina di ragazze palermitane ricevevano i clienti. Nel febbraio scorso scattò il blitz. Alcune ragazze parti offese del processo sono le stesse che hanno finito per scagionare la donna nel primo processo.