Mattarella ricorda Reina: | “Ucciso perché era un simbolo”

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09 Marzo 2019, 18:19

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ROMA – “Ricorrono oggi quaranta anni dall’uccisione di Michele Reina, Segretario provinciale di Palermo della Democrazia Cristiana. In quel tragico 1979, segnato da una lunghissima scia di delitti mafiosi, cosa nostra alzò il tiro verso obiettivi simbolici dello Stato e della società civile. Fu così che accanto a magistrati, investigatori, giornalisti, Michele Reina fu il primo uomo politico di rilievo a essere assassinato”. Così in un comunicato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “L’obiettivo della mafia era colpire il tentativo di sottrarsi a condizionamenti e connivenze. Oggi che gli anni drammatici e tormentati degli attacchi alle istituzioni democratiche sono lontani – prosegue -, siamo consapevoli del debito di riconoscenza e di ricordo nei confronti di persone che, come lui, hanno subito la violenza omicida a causa della fedeltà ai principi su cui si fonda la nostra Repubblica”.

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Una cerimonia commemorativa si è svolta oggi a Palazzo delle Aquile, sede del Municipio di Palermo, in occasione del quarantesimo anniversario della morte per mano mafiosa del Segretario provinciale della Democrazia Cristiana Michele Reina. Alla cerimonia ha preso parte anche la vedova dell’esponente politico, Marina Pipitone. “L’assassino di Michele Reina – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – aprì un periodo fra i più bui della storia di Palermo, perché indicava che la mafia militare scendeva attivamente in campo per impedire ogni possibiltà di rinnovamento dei partiti ed ogni tentativo di unire nelle istituzioni le forze migliori e legalitarie. Michele Reina fu ucciso perché tanti, anche nel suo partito, non potevano accettare la sua libertà ed indipendenza, né il suo rifiutare la logica di connivenza tra politica e criminalità mafiosa”. (ansa)

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09 Marzo 2019, 18:19

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