Mazzata milionaria sui parcheggi| "Così mi costringono a chiudere" - Live Sicilia

Mazzata milionaria sui parcheggi| “Così mi costringono a chiudere”

Il parcheggio-lavaggio di via Galileo Galilei gestito da Carmelo Senatore

Stangata da 2 milioni di Tosap per un autolavaggio in un'area comunale. Altri casi in città.

Palermo - il caso
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5 min di lettura

PALERMO – Quasi 2 milioni di euro di tasse non pagate dal 2008 al 2011, oltre a quelle non ancora notificate dal 2012 a oggi. E’ questo quanto il Comune di Palermo ha chiesto a Carmelo Senatore, che dal 2004 gestisce un parcheggio all’incrocio tra viale Lazio e via Galileo Galilei. Un’area di 4.500 metri quadrati che Palazzo delle Aquile ha messo a bando e concesso proprio a Senatore, che vi ha realizzato un autolavaggio con cui hanno una convenzione lo stesso Comune, l’Amg ma anche l’Arma dei Carabinieri. Un’attività normale, con una decina di dipendenti, che paga un canone mensile di 3.700 euro circa e che, come dice lo stesso Senatore a Livesicilia, con quello che guadagna copre appena le spese: “Quando piove non lavoriamo – dice il titolare – ma siamo sempre aperti e paghiamo regolarmente tutto”.

Il punto è che nel 2008 il Comune, sulla base di una sentenza della Cassazione che obbligava a far pagare la tassa per i rifiuti anche ai gestori dei parcheggi, abbia iniziato a chiedere pure la Tosap, ossia la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, anche se si tratta di suolo concesso tramite contratto. Un’interpretazione che smentisce quello che il Comune, mediante l’Avvocatura, aveva stabilito nel 2002, e cioè di detrarre la Tosap dal canone, e che ha fatto schizzare alle stelle l’imposta. Un caso che ha riguardato non solo l’Amat, con piazzale Ungheria e via Basile, ma anche i privati che gestiscono aree pubbliche come quella di Mondello o quella, come nel caso di Senatore, di via Galilei.

La tassa chiesta da Palazzo delle Aquile al parcheggio di Senatore ammonta alla bellezza di 192.330 euro l’anno, ben più dei 38 mila euro di canone previsti dalla convenzione. “Il contratto che ho firmato nel 2004 non faceva alcun riferimento a questa tassa – dice Senatore – e nemmeno quello del 2014, che pure ha rivisto al rialzo il canone. Se l’avessi saputo, non avrei nemmeno accettato”. Il Comune ha iniziato a mandare al titolare del parcheggio di via Galileo Galilei gli avvisi di pagamento, ma anziché spedirli alla sede dell’attività commerciale li ha inviati al domicilio. “Io sono tutto il giorno al lavoro, quindi non mi trovavano mai a casa – racconta il signor Carmelo – io neanche sapevo di queste lettere”.

Sta di fatto che, calcolando sanzioni e interessi, la Tosap del solo 2011 è arrivata alla stratosferica cifra di 457.822 euro, che va sommata alle somme dovute per i tre anni precedenti (un milione e mezzo) e per quelli seguenti, non ancora quantificate. Una vera e propria doccia gelata, che vale milioni di euro e che è stata scoperta peraltro quasi per caso. “Facendo un accertamento alla Serit per altri motivi, abbiamo scoperto che c’erano a ruolo queste somme pendenti dal 2008 al 2010 – dice l’avvocato Giuseppe Abbate – con un accesso agli atti al Comune, abbiamo trovato il 2011 e dal 2012 in poi vanno ancora notificate”. Insomma, un vero e proprio salasso che potrebbe costringere Senatore a chiudere il parcheggio e licenziare i suoi dipendenti. “Questa doppia imposizione appare ingiustificata – dice il legale – inoltre il mio cliente doveva essere informato, quando ha partecipato al bando, che avrebbe affrontato anche questa spesa. Per questo abbiamo fatto ricorso in commissione Tributaria”. Il ricorso si basa non solo sulla scadenza dei termini di prescrizione, ma anche sul fatto che le sanzioni sono calcolate come se Senatore occupasse abusivamente l’area, mentre ha un regolare contratto. La speranza del signor Carmelo è che, in attesa della sentenza, la Serit non proceda con le cartelle fino al 2010, anche perché c’è a rischio il Durc: se non venisse rinnovato, i pagamenti delle pubbliche amministrazioni (come, caso paradossale, quello dello stesso Comune) verrebbero bloccati, aggiungendo al danno la beffa.

Una situazione che riguarderebbe anche altri parcheggi in città, oltre ad altri concessionari di spazi pubblici fra cui alcuni circoli sportivi. “Abbiamo affrontato il caso in commissione Bilancio – dice il capogruppo dei Comitati Civici, Filippo Occhipinti – e ci siamo resi conto di questa assurda situazione. Il Comune è il proprietario dell’area, ha un contratto con Senatore, ha perfino una convenzione con lui, quindi sapeva benissimo dove trovare il titolare dell’attività: anziché continuare a cercarlo a casa, senza successo, sarebbe bastato andare al parcheggio per avvisarlo della tassa. Inoltre vogliamo capire per quale motivo, nella concessione del 2014, non se ne fa alcun cenno”.

Il caso, come detto, non sarebbe isolato e gli uffici sono al lavoro per stilare un elenco dettagliato delle attività commerciali interessate. “Dalle prime informazioni, ci è stato riferito che ci sono diversi casi con pendenze di milioni e milioni di euro – continua Occhipinti – ma non è certo così che si fa una seria lotta all’evasione. Inoltre non ci convince l’interpretazione degli uffici che, sulla base di una sentenza che riguarda la Tarsu, peraltro contraddetta da altri tribunali, abbiamo chiesto anche la Tosap. Il sindaco deve intervenire subito per evitare di condannare al fallimento queste attività commerciali, mentre noi ci faremo promotori di una modifica al regolamento per modificare la percentuali di imposizione arrivando all’esenzione e chiederemo all’Avvocatura di confermare il parere dato a suo tempo”.

“Da quanto ascoltato in commissione da gli stessi uffici competenti – dice Francesco Bertolino del Mov139 – risulta evidente come, ad oggi, la situazione sia seguita con attenzione e sotto esame rispetto ad un quadro, che anche da un punto di vista giurisprudenziale, è a tutt’oggi in evoluzione. Per tale per ragione credo che l’avvocatura comunale debba essere presto investita nella richiesta di un parere che possa consentire un’azione risolutiva della questione. A conferma di quanto emerso, il fatto stesso che gli uffici non hanno inserito eventuali somme richieste nelle entrate del comune, considerandole ad oggi entrate non certe”.


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