PALERMO – “Da quel momento cambia il registro del cantiere e l’opinione del dottor Croce nei nostri confronti”, ha messo a verbale l’imprenditore di Bronte e sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi. Sarebbe stato l’inizio del patto corruttivo scoperto dalla Procura di Messina e dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria.
Un intrigo fatto di favori e regali, alcuni molto costosi, come un Rolex Daytona da 22.350 euro. E di soldi per la campagna elettorale dell’ex assessore regionale Maurizio Croce che nel 2022 non riuscì a diventare sindaco del centrodestra a Messina. Si trova agli arresti domiciliari per corruzione.
“Croce inveiva contro di noi”
Capizzi ha deciso di collaborare con i magistrati. Il suo racconto è iniziato dalle vicende del cantiere nel quartiere Bisconte-Cataratti. Croce era il soggetto attuatore contro il dissesto idrogeologico della Regione siciliana. L’imprenditore in fase di stato di avanzamento dei lavori mise per iscritto una serie di riserve. L’appalto non poteva procedere secondo la tabella di marcia e ai costi stabiliti perché c’erano lavori in più da fare e intoppi da risolvere. “Croce inveiva contro di noi – ha riferito Capizzi – ‘non siete in grado di portare avanti i lavori, di risolvere i problemi, tu hai scritto le riserve puoi scrivere tutte le riserve di questo mondo ma ti pago quando dico io'”.
Poi si sarebbe ammorbidito siglando, secondo l’accusa, un patto corruttivo andato avanti dal 2020 al 2022. Le dichiarazioni di Capizzi sono state raccolte dall’allora procuratore di Messina, Maurizio de Lucia, oggi a Palermo, dalla procuratrice vicaria Rosa Raffa e infine dall’attuale capo dei pm Antonio D’Amato con i sostituti Liliana Todaro e Antonio Carchietti.
Una cortesia di lusso
Capizzi ritirò le riserve. Ed arrivarono le prime richieste: “Nel periodo del primo semestre del 2021 il dottor Croce mi chiede due cortesie: una cortesia era quella che serviva un suo amico un orologio Rolex Daytona… lui mi chiede tu hai una gioielleria vero? (la titolare è la moglie, ndr). Mi puoi procurare un orologio da vendere a un mio amico?”. Capizzi si attivò, perché “è inutile che ce lo nascondiamo la struttura commissariale è la struttura più importante che in questo momento ci sia in Sicilia”. Dopo la consegna dell’orologio, provata attraverso alcuni messaggi Whatsapp, del pagamento non si parlò più. Capizzi lo considerava un regalo per i lavori futuri.
L’amico di Croce
L’amico di cui si parla è l’ex direttore generale dell’Arpa Sicilia, Francesco Carmelo Vazzana, originario di Reggio Calabria, pure lui finito agli arresti domiciliari. Un rapporto solido quello con Croce tanto da condividere esperienze professionali e anche un conto corrente cointestato. “Vazzana è come se fosse mio fratello”, avrebbe detto Croce a Capizzi. Sempre Capizzi avrebbe pagato di tasca propria i 30 mila euro per i lavori nel negozio “Il Salotto” di Messina di cui Vazzana è indicato come gestore di fatto.
Capizzi è stato raggiunto dalla misura interdittiva della sospensione per un anno ad esercitare attività d’impresa e contrattare con la Pubblica amministrazione. Nel frattempo è diventato sindaco di Maletto, in provincia di Catania, nel maggio del 2023, con la lista civica “Nuova Era”. Risulta coinvolto anche nel maxi procedimento “Rinascita-Scott” della Procura di Catanzaro, nell’ambito del quale è stato rinviato a giudizio per traffico illecito di influenze con l’aggravante mafiosa.
“Entrature in Vaticano”
Tra i favori resi a Croce ci sarebbero anche i lavori eseguiti al Verdura Resort di Sciacca della catena Rocco Forte. Un intervento da 93 mila euro. C’era stata una frana nella zona al confine dei campi da golf che guardano il mare. Qualcuno che lavora nella struttura chiese aiuto a Croce che si rivolse a Capizzi. L’indicazione sarebbe stata di fare rientrare le spese per i lavori del resort nel cantiere Bisconte-Cataratti. Cosa ci avrebbe guadagnato Croce? Secondo l’accusa, l’uomo che lo contattò (non è indagato) si vantava di conoscere un padre maronita “con entrature in Vaticano” che potevano fare ottenere a Croce una importante carica onorifica (dopo l’incontro Croce gli girò il curriculum).
Soldi per la campagna elettorale
C’è poi il capitolo del finanziamento della campagna elettorale di Croce. A parlarne è stato sempre Capizzi: “Mi servono 50 mila euro”, gli avrebbe detto Croce. I soldi sarebbero stati schermati grazie all’aiuto di alcuni imprenditori. Rosario Arcovito, di Messina, il 4 maggio del 2022 avrebbe consegnato a Vazzana – perché li destinasse a Maurizio Croce -, la somma in contanti di 20 mila euro, proveniente dalle casse della Scs Costruzioni Edili (all’inizio avrebbe provato a consegnarli direttamente nella segreteria politica di Croce). Altri 25 mila euro furono trasferiti con bonifico.
Altri due indagati in attesa
Nell’ambito dell’inchiesta ci sono poi altri due indagati per i quali il giudice per le indagini preliminari Arianna Raffa si è riservata la decisione di applicare o meno una misura interdittiva dopo un secondo interrogatorio. Si tratta del geometra barcellonese 67enne Antonino Cortese, funzionario del dipartimento di Protezione civile e difesa del suolo del comune di Messina. Era direttore dei lavori dell’appalto per la riqualificazione del torrente Cataratti-Bisconte. C’è poi Rossella Venuti, 44 anni, anche lei geometra e funzionario responsabile dell’Ufficio per il dissesto idrogeologico diretto da Croce. Capizzi avrebbe regalato i lavori in una abitazione di Cortese a Palermo. Stesso cosa Venuti, con l’aggiunta di settemila euro necessari per iscriversi alla facoltà di Ingegneria all’Università E-Campus.