PALERMO – Il boss Matteo Messina Denaro starebbe cercando tritolo per compiere un attentato nei confronti del procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, che coordina le indagini per la cattura del superlatitante di Castelvetrano. L’indiscrezione rivelata da una fonte – secondo quanto scrive Repubblica – quattro giorni fa scatena una serie di reazioni a sostegno del magistrato. Il prefetto di Palermo Francesca Cannizzo ha convocato per lunedì prossimo il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
Inoltre “la Commissione Antimafia vigilerà – dice la presidente Rosy Bindi – perché siano assicurate tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza ai magistrati della procura di Palermo e di tutta la Sicilia. Dopodomani ascolteremo i vertici della procura di Trapani e il procuratore Roberto Scarpinato, ma abbiamo già programmato una nuova missione a Palermo per metà febbraio”. “La mia solidarietà va in questo momento alla dottoressa Principato. Le minacce nei suoi confronti – aggiunge – sono un ulteriore inquietante segnale che di fronte alla la sfida dei poteri mafiosi non si deve abbassare la guardia ma anzi moltiplicare l’impegno, tutelando quanti sono impegnati nelle indagini e rafforzando tutti gli strumenti di contrasto”.
Intorno al Pm si stringono i colleghi magistrati. “Solidarietà e affettuosa vicinanza” vengono espresse dall’Anm al procuratore aggiunto ed anche al sostituto procuratore generale Mirella Agliastro, minacciate dal boss latitante Matteo Messina Denaro. “Ancora una volta – spiega l’Associazione delle toghe – magistrati impegnati nella trattazione di delicati procedimenti sono destinatari di intimidazioni, che non potranno sottrarre, a Palermo come in ogni altra sede giudiziaria, serenità e determinazione”.
“L’Associazione – osserva – è certa che le autorità competenti sapranno adottare ogni cautela idonea a garantire la personale incolumità dei colleghi”. Pure il mondo della politica fa sentire la sua voce. “Ho espresso a nome di tutta la città a Teresa Principato la mia più affettuosa ed amichevole solidarietà, nella certezza che le minacce di cui è stata vittima non fermeranno il suo lavoro, come non fermeranno quello dei tanti magistrati che a Palermo e in Sicilia sono impegnati in difficili indagini contro la mafia, contro i boss e contro i loro legami con la politica”, dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Sottolinea il senatore del Pd Giuseppe Lumia: “Alle minacce ed ai piani di morte di Cosa nostra nei confronti dei magistrati lo Stato deve rispondere in modo duro e deciso: una ‘costituente antimafia’ per adottare quei provvedimenti che consentono di colpire a morte le organizzazioni criminali”. “La notizia di un rischio attentato per la dottoressa Principato da parte di Matteo Messina Denaro pone agli organi di controllo e sicurezza sui magistrati la necessità di alzare il livello di attenzione e di protezione”, sbotta Salvatore Messana, segretario regionale di Italia dei Valori. Chiede infine Sonia Alfano, eurodeputato, presidente della Commissione Antimafia Europea: “Lo Stato tuteli i magistrati a rischio-attentato potenziando i sistemi di protezione e dotando gli apparati investigativi di uomini e mezzi necessari per impedire ogni azione a Cosa nostra”.
“Lo Stato tuteli i magistrati a rischio-attentato potenziando i sistemi di protezione e dotando gli apparati investigativi di uomini e mezzi necessari per impedire ogni azione a Cosa nostra”: lo dice Sonia Alfano, eurodeputato, presidente della Commissione Antimafia Europea, dopo le notizie sulla preparazione di un attentato da parte di Matteo Messina Denaro nei confronti del procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato. “A Trapani, come a Palermo e Caltanissetta, i magistrati e le forze dell’ordine stanno conducendo importanti inchieste contro la mafia e i suoi collegamenti esterni. Confische e sequestri dei beni dei boss si susseguono. Un’attività che va potenziata per fare terra bruciata attorno ai mafiosi e ai loro complici”.
“Piena e convinta solidarietà al procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, finita nel mirino di Cosa Nostra come il collega Nino Di Matteo. Per una mafia che vuol fare paura allo Stato servono in Sicilia risposte che facciano più paura delle minacce mafiose. Più uomini, più mezzi, nuove misure restrittive”. Lo dice il presidente della commissione Antimafia regionale, Nello Musumeci. “Ma serve anche, in questo particolare momento, – aggiunge – una corale mobilitazione delle coscienze civili da parte di tutti, dalla politica al mondo del lavoro e della produzione, affinchè chi combatte in prima linea non si senta isolato”.