Cronaca

Mezzojuso, sindaco incandidabile| Ma non per i funerali del boss

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18 Agosto 2020, 12:30

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PALERMO – L’ex sindaco Salvatore Giardina e gli ex assessori del Comune di Mezzojuso sono stati dichiarati incandidabili. Non luogo a procedere per i consiglieri. La decisione è del Tribunale civile di Termini Imerese.

Il sindaco Giardina precisa però che “finalmente in un provvedimento giudiziario si accerta nero su bianco che non vi è alcuna certezza circa la mia partecipazione ai funerali di La Barbera. I documenti forniti in sede di giudizio sono un primo passo verso una verità che sono certo prima o poi verrà sicuramente ristabilita”.

La partecipazione dell’ex primo cittadino alle esequie del boss Cola La Babera è stato uno dei motivi che hanno condotto allo scioglimento del Comune per sospette infiltrazioni mafiose.

L’incandidabilità è stata decisa dai giudici che hanno accolto la richiesta della Procura di Termini Imerese. Alla base ci sono gli accertamenti della prefettura che contesta la mancata vigilanza in una serie di atti amministrativi in materia di rifiuti, tributi, organizzazione di eventi, feste e sagre. Viene contestata, in sostanza, l’assenza di controlli sul fronte antimafia.

Ma su questo punto gli avvocati Antonio Di Lorenzo, Filippo Liberto, Salvatore Aiello e Alessandro Scalia, preannunciano appello: non è al sindaco, né agli assessori che dovrebbe essere contestata la mancata vigilanza sugli atti amministrativi.

L’incandidabilità è stata dichiarata anche per gli ex assessori Giorgia Napoli, Giovanna Burriesci e Nicola Di Grigoli, ma non per Nicolò Gebbia e Antonio Bellone. Non luogo a procedere per gli altri consiglieri.

Fu l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini a inviare degli ispettori al comune di Mezzojuso, in provincia di Palermo e il Consiglio dei ministri a scioglierlo.

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La decisione nasceva anche dalle dichiarazioni che Giardina rilasciò alla trasmissione “Non è l’Arena” di Massimo Giletti che ha dedicato tante puntate al caso delle intimidazioni subite dalle sorelle Napoli.

Allora il sindaco non smentì di avere partecipato al funerale del 2006, vietato in forma pubblica dal questore, anche se poi precisò di averlo detto perché non ne aveva ricordo.

“In quel momento fui preso alla sprovvista – disse poi Giardina – ed essendo una persona che partecipa a tutti i funerali non seppi rispondere adeguatamente. Ma poi facendo mente locale posso affermare con certezza che nel giorno della tumulazione di don Cola, non ero a Mezzojuso”. Ci fu un duro scontro fra Giletti e il sindaco.

Il collegio difensivo di Giardina ha prodotto una decina di cartelle cliniche del centro di fisioterapia gestito da Giardina a Villafrati. Si tratta di cartelle, firmate dall’ex sindaco in quel giorno come nei precedenti e nei successivi, in un orario compreso fra le 15 e le 19. Il funerale di Cola La Barbera si svolse di pomeriggio.

Il Tribunale di Termini Imerese ora ritiene che non sia stata raggiunta la certezza della partecipazione al funerale, pur muovendo critiche alle iniziali dichiarazioni rilasciate in Tv. I giudici ritengono la giustificazione del sindaco – “vado a tutti i funerali” – sintomatica di “una mancanza di “coscienza istituzionale” perché fa emergere il convincimento della “non biasimevole” partecipazione di un pubblico amministratore alle esequie di un mafioso.

Da tempo si parla di una relazione di servizio dei carabinieri che ricostruirebbe il giorno del funerale, ma “nonostante abbiamo chiesto che venga depositata agli atti del procedimento – concludono i legali – della relazione non c’è traccia”.

In ogni caso la presenza o meno del sindaco al funerale non è ritenuta determinante ai fini del giudizio sulla incandidabilità, decisa dal tribunale per la mancata trasparenza nella gestione della macchina amministrativa e nell’affidamento di alcune commesse, e per le omissioni nei controlli antimafia. Vengono contestate diverse irregolarità durante la sindacatura di Giardina.

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18 Agosto 2020, 12:30

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