Dramma migranti, cadaveri e un bimbo morto finito in mare - Live Sicilia

Dramma migranti, cadaveri e un bimbo morto finito in mare

Il barcone soccorso dalla guardia costiera

PALERMO – Morti di fame e di freddo. Il dramma si palesa cinque minuti dopo la mezzanotte, con un lancio dell’agenzia Ansa che titola: “Soccorso un barcone, a bordo otto cadaveri”. All’alba le notizie hanno contorni più delineati e, se possibile, ancora più tragici: oltre ai cinque uomini e alle tre donne migranti che non sono riusciti a superare gli stenti e ad approdare al primo lembo d’Europa, mancano all’appello anche un bimbo di quattro mesi e la madre. Lei, secondo una prima ricostruzione non ancora confermata, lo avrebbe ‘dato’ al mare dopo averlo perso, lo raggiungerà nel destino poche ore dopo. Un uomo si è tuffato in acqua sperando di recuperare il neonato, ma sarebbe annegato a sua volta fra le onde.

La scena davanti ai primi soccorritori

Davanti agli occhi dei primi soccorritori della guardia costiera, in acque Sar maltesi a 42 miglia da Lampedusa, la scena è agghiacciante: otto cadaveri su un barcone di sei metri, tra cui anche quelli di tre donne, una delle quali incinta. Una quarantina i migranti che ce l’hanno fatta: arrivano da Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Camerun, Burkina Faso e Niger. Ci sono anche due donne in gravidanza. A raccontare l’orrore sono gli stessi migranti sopravvissuti, giunti all’hotspot di contrada Imbriacola. Tutti erano bagnati fradici, infreddoliti e disidratati. I primi a raccogliere le loro storie sono i mediatori culturali, poi toccherà alla polizia. La partenza da Sfax, in Tunisia, alle 3 di sabato, su una imbarcazione di sei metri, dopo una prigionia di mesi a Mahdia. Ad avvistare l’imbarcazione è un peschereccio tunisino che si trovava tra Malta e l’Italia e che chiede i soccorsi via radio alle autorità marittime. Il barcone, però è in acque Sar Maltesi e i soccorsi vengono delegati a Malta. Solo nel tardo pomeriggio viene formalizzata la richiesta al Comando generale della Capitaneria di porto di Roma che, ricevuta la richiesta di aiuto da Malta, invia la motovedetta Cp324.

L’appello del sindaco Mannino

Le salme dei migranti sono ora nella piccola camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana. Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, rivolge un appello al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Il governo non ci lasci da soli a gestire quest’immane tragedia. Aiutateci, in questo modo non riusciamo più a gestire”. La Procura di Agrigento, con il reggente Salvatore Vella, ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Le ipotesi di reato, al momento a carico di ignoti, sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I pm, attraverso le forze dell’ordine presenti sull’isola, stanno raccogliendo informazioni su quanto è accaduto. Nelle prossime ore verranno ascoltati i superstiti.


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