MONREALE (PA) – Tanto coraggio trapela dal volto delle tre persone ucraine arrivate a Monreale, in fuga dal loro Paese in guerra per cercare un rifugio di pace.
“Essere in Italia mi rende felice. Non cerco altro che la serenità per me e per i miei figli”. Poche ma ricche d’emozione le parole di Iryna. La mamma quarantenne scappata, insieme ai due figli Igor e Victor di undici e quindici anni, dalle bombe e dai missili. La famiglia è arrivata ieri sera all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo con un volo da Bucarest.
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“Mamma portami in un posto sicuro” continua a ripeterle durante il tragitto il più piccolo dei due ragazzi. Sono fuggiti dalla loro casa, lasciando tutto e scegliendo la salvezza. Dopo un’esplosione, la famiglia si è messa in viaggio verso la Polonia ma una fila chilometrica di auto li ha portati a cambiare strada per raggiungere un’altra destinazione. Così, passando dalla Moldavia, sono arrivati in Romania. Una volta giunti nella penisola balcanica, hanno trovato alloggio a casa di una persona che li aveva notati mentre dormivano in auto, durante una gelida notte.
“Sono contento di poter dare il mio aiuto – dice Filippo Riina, impiegato comunale e imprenditore agricolo – fin da subito ho messo la mia casa a disposizione. Con Iryna ci conosciamo da qualche tempo, per motivi lavorativi da anni ho contatti con l’Ucraina. Sono tanti gli ucraini che conosco e che mi hanno chiesto di essere ospitati. Grazie al supporto di un’associazione monrealese – termina – in questi giorni abbiamo preparato tutto il necessario per accoglierli”.
Alla notizia dell’arrivo della famiglia, la macchina della solidarietà si è messa subito in moto. Diversi gli abiti e i beni di prima necessità donati. “Li accogliamo con grande piacere e gioia – commenta Alberto Arcidiacono, sindaco di Monreale – siamo convinti di poter dare una seconda opportunità a questa famiglia che sta scappando da un dramma. Monreale – conclude – mostrerà nuovamente il volto della solidarietà e dell’accoglienza perché fermamente convinta che la libertà sia un dono al pari della vita”.