PALERMO – “Pigghia u ferru… aggrizzaci i supra. Sparaci in capu”. I testimoni giurano di aver sentito Samuel Acquisto pronunciare queste parole la notte della strage di Monreale. Spronava Salvatore Calvaruso a fare fuoco ad altezza d’uomo: “Era il ciccione a incitarlo a usare la pistola”.
Il giudice per le indagini preliminari Ivana Vassallo ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica e convalidato l’arresto del diciottenne dello Zen 2. La sua presenza a Monreale è stata riscontrata anche grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza di alcune attività commerciali e dall’esame dei tabulati telefonici.
Era alla guida della moto Bmw (la sola cosa che ha ammesso). Il passeggero è il secondo assassino ancora senza volto: “Ho visto l’altro giovane estrarre una pistola dalla tracolla”, aggiunge un altro testimone.
“Sparava in piedi sulla moto”
“Aveva una giacca di colore chiaro. Una volta salito a bordo di una Bmw, alzandosi in piedi sulla moto si è voltato verso destra puntando la pistola – racconta uno dei presenti -. Vedendo ciò mi mi sono chiuso a terra, accovacciandomi sul mio amico Andrea Miceli, che era stato ferito. ln quel frangente ho sentito esplodere altri colpì, credo altri 4 o 5. Dopo, ho visto la moto che si allontanava in direzione Palermo”. Gli amici urlavano per chiedere aiuto, mentre “io sono rimasto con Andrea sempre a terra, con la testa sulle mie gambe”.
Momenti drammatici. Gli assassini sono tornati due, forse tre volte sul luogo del delitto per scaricare le armi. Massimo Pirozzo “sanguinava dal collo e dalla bocca. Lui era in piedi, mi afferrava da dietro e mi chiedeva di aiutarlo”.
“Il segno dei muscoli e della vittoria”
Dopo i primi colpi sparati da Calvaruso sopraggiungeva la moto Bmw “con a bordo altri due soggetti… non so se ha fatto il giro o se era già dall’altra parte e udivo altri colpi d’arma da fuoco, e poi vedevo il passeggero che mentre si allontanava faceva il segno dei muscoli, come a cantare vittoria”.
“Ad un certo punto il passeggero della moto tipo Bmw Gs – racconta ai carabinieri un altro dei presenti – scendeva dalla moto e iniziava a sparare a caso tra la folla dopodiché si allontanavano e ritornavano dopo pochi minuti e continuavano a sparare in mezzo alla folla. Notavo per terra sanguinanti Andrea Miceli, Massimo Prozzo e Salvatore Turdo”.