Monreale e San Giuseppe Jato, sentenza sulla rettifica dei confini

Referendum per cambiare i confini, comitato di cittadini vince la causa

La questione riguarda Monreale e San Giuseppe Jato

PALERMO – Al referendum sulla rettifica dei confini tra Monreale e San Giuseppe Jato voteranno soltanto i cittadini coinvolti nella eventuale procedura di annessione. Il Consiglio di giustizia conferma la decisione del Tar e dà ragione al gruppo che ha proposto il referendum riunendosi sotto il nome di “comitato riordino confini territoriali San Giuseppe Jato-Monreale”.

Il comitato chiede di staccarsi da Monreale e procedere con l’annessione a San Giuseppe Jato. Una questione legata alla qualità dei servizi che San Giuseppe Jato potrebbe garantire in maniera più efficiente essendo geograficamente più vicino al territorio interessato.

Andranno al voto, quando e se saranno chiamati alle urne, solo i residenti delle contrade Bommarito, Dammusi, Ginestra e Signora. La sentenza è del collegio presieduto da Ermano de Francisco, Anna Bottiglieri consigliere estensore del provvedimento.

Il comitato definisce “storica” la sentenza che lo vedeva contrapposto al Comune di Monreale. La controversia ha avuto origine da un decreto del 2021 dell’Assessorato regionale delle autonomie locali che autorizzava una consultazione referendaria per modificare i confini.

Il Comitato (presieduto da Vincenzo Mandarino), sostenitore della modifica, difeso dagli avvocati Francesco Miceli e Luciano Romeo, ha impugnato la decisione poiché il provvedimento prevedeva la consultazione di tutta la popolazione dei due Comuni, anziché limitarsi agli abitanti delle zone direttamente interessate dalla variazione. Monreale, invece, si era opposto integralmente al progetto di aggregazione. Riteneva che il Tar avesse travalicato i propri poteri stabilendo che la consultazione dovesse essere limitata solo ai residenti delle aree interessate.

Il Cga ha confermato la sentenza del Tar, respingendo l’appello del Comune e ribadendo che l’interesse alla consultazione deve essere valutato caso per caso: la consultazione dell’intera popolazione non è la regola, piuttosto l’eccezione, riservata a casi in cui sussistano motivazioni valide e concrete.

Ha convinto ed è stata accolta, quindi, la linea difensiva degli avvocati Miceli e Romeo. La sentenza emessa dal Cga, sostengono i legali, “non solo rappresenta una vittoria per il Comitato promotore ma pone anche un importante precedente per future controversie relative a variazioni territoriali in Sicilia”.

“La decisione sottolinea l’importanza della trasparenza e del rispetto delle procedure previste dalla legge, garantendo che le decisioni che riguardano le comunità locali – proseguono – siano prese in modo equo e legittimo. Questo provvedimento giudiziale è un passo significativo nella tutela dei diritti delle popolazioni locali e nella salvaguardia della legalità nei processi di modifica dei confini territoriali. Il Comitato promotore per la rettifica dei confini territoriali ha dimostrato che, attraverso la mobilitazione e il ricorso alle istituzioni, è possibile garantire che le voci delle comunità locali siano ascoltate e rispettate”.


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