10 Febbraio 2019, 06:00
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PALERMO – “Solitamente evito le polemiche, ma stavolta non posso tacere”. Il presidente della Regione Nello Musumeci rompe il silenzio: “Sui tagli al bilancio leggo dello sdegno degli esponenti del Pd: che ipocrisia”. Il tema, del resto, è caldissimo. E lo diventerà ancora di più nelle prossime ore, quando inizierà l’esame della Finanziaria a Palazzo dei Normanni. Domani centinaia di persone potrebbero scendere in piazza per protestare contro la manovra “lacrime e sangue” che non sta risparmiando nessuna categoria.
Tagli dolorosi a causa di un “buco” enorme da colmare. “Due miliardi e 134 milioni di euro – ricorda il presidente Musumeci – a tanto ammonta il disavanzo che la Regione Siciliana deve oggi ripianare. Lo ha deciso definitivamente, com’è noto, la Corte dei Conti con una sentenza emessa a metà gennaio. E’ la più pesante eredità lasciata ai siciliani dal governo Crocetta (assieme agli otto miliardi di debiti), risalente al bilancio del 2015”. Ed eccolo subito il tema. Quel guaio da oltre due miliardi, secondo Musumeci, è stato lasciato in dote dal governo precedente. Con una difficoltà in più: non tutta la somma potrà essere “spalmata” in trent’anni. “Degli oltre due miliardi – ricorda Musumeci – 382 milioni vanno ripianati in due anni ed il resto del disavanzo in trent’anni. Questo ha costretto il mio governo a ridurre la spesa per il 2019 di 191 milioni di euro, con tagli dolorosi ma inevitabili: dal trasporto pubblico locale ai consorzi di bonifica, ai forestali, alla cultura. Un massacro”. Tagli che LiveSicilia sta “raccontando” in questi giorni dando voce alle categorie maggiormente colpite.
“E pensare – spiega il governatore – che già il 20 dicembre scorso, con largo anticipo, avevamo deliberato in giunta il bilancio 2019 (in passato lo deliberavano quattro mesi dopo), dotando i capitoli strategici di tutte le risorse necessarie per essere disponibili sin da subito ed evitare di aspettare l’autunno per le variazioni. Ma tutto è stato vanificato dalla batosta della magistratura contabile che tre settimane fa ha confermato: nel bilancio 2015 del governo Crocetta c’è carenza di presupposti giuridici di crediti e di debiti contabilizzati”. Una batosta in realtà in parte attesa, visto che pendeva un ricorso dinnanzi alla Corte dei conti avanzato proprio dalla Regione.
Adesso comunque la gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti. Fotografata dai numeri impietosi della manovra. A quali rimedi sta pensando il governo per evitare quella che comunemente è definita “macelleria sociale”? “La soluzione – afferma Musumeci – non può essere che una e deve darla Roma: far comprendere al governo Conte che i 382 milioni di disavanzo la Regione non può ripianarli in due anni ma in trenta. Per lo Stato non cambierebbe nulla, ma per molti siciliani sarebbero lacrime e sangue”. Eccola, la speranza per i conti siciliani. Una speranza che passa dai palazzi romani, come era apparso chiaro già alcune settimane fa. E qualcosa sembra muoversi: “Ho saputo – rivela infatti il presidente della Regione – che, in questo senso, un gruppo di parlamentari nazionali di Forza Italia ha già presentato un Ordine del giorno per impegnare il governo a consentire ai bilanci regionali il ripianamento in trent’anni. Se così fosse, – prosegue – appena ottenuto il disco verde da Roma potremmo reintegrare tutti i capitoli ridotti, riportandoli alla dotazione precedente alla pesante tegola della Corte dei conti cadutaci in testa”.
Servirebbe il via libera del governo nazionale, quindi. “Del resto, mi rifiuto di pensare che il governo della Nazione possa, peraltro per responsabilità politiche e contabili non nostre, condannare larghe fasce di incolpevoli lavoratori siciliani a sacrifici indicibili, con ripercussioni – continua Musumeci – sul piano sociale assai pesanti, in una Regione che continua a pagare un costo assai elevato per scellerate scelte del passato”. Ma come detto, oltre alla situazione generale, c’è qualcosa che in questi giorni ha irritato il governatore, spingendolo a rompere il silenzio: “Resto senza parole – dice – quando leggo in questi giorni, sulla stampa e sui social, dichiarazioni di finto sdegno di esponenti e parlamentari del Pd per i tagli al bilancio con accuse gravi al mio governo. Proprio loro? Cioè quelli che nel 2015 votarono quel bilancio di Crocetta causa unica dei tagli? Non è possibile! Come sapete, sono abituato ad evitare polemiche, ma non si può sopportare – conclude Musumeci – tanta falsità e ipocrisia”.
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10 Febbraio 2019, 06:00