PALERMO – “Ventisei anni fa, il 9 maggio del 1990, veniva assassinato a Palermo Giovanni Bonsignore, dirigente superiore della Regione Siciliana. Il killer lo ha atteso all’uscita di casa, in via Alessio Di Giovanni. È stato eliminato perché, con la sua intransigenza, non si è voluto piegare nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche alle pretese altrui, svolgendo sempre il proprio lavoro in modo integerrimo e libero da ingerenze di sorta”. Lo dice il presidente della commissione Antimafia all’Ars Nello Musumeci.
“Mai come in questo momento – commenta Musumeci – l’esempio di rettitudine e inflessibilità di Giovanni Bonsignore deve costituire un invito alla riflessione sul ruolo della burocrazia e della pubblica amministrazione, in una realtà complessa e difficile come quella siciliana. Il servilismo e la immoralità di alcuni dipendenti pubblici, non solo regionali, non può e non deve mettere in secondo piano l’impegno e lo scrupolo con cui lavora la stragrande maggioranza della burocrazia, spesso avvilita e penalizzata anche da certa politica, alla continua ricerca di ascari e cortigiani. Al dirigente Bonsignore, alla sua memoria, – conclude il presidente Musumeci – dedicheremo la seduta della Commissione di mercoledì.”