16 Gennaio 2021, 11:49
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CATANIA – “Se fra due settimane i dati non ci dovessero convincere, stabiliremo misure maggiormente restrittive e chiuderò anche le scuole primarie e le prime classi della media. E questo nessuno potrà impedircelo. Allo stato non sono le scuole il focolaio però se il dato non cala tutto quello che sarà necessario sarà fatto”. Lo annuncia il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, in conferenza stampa a Catania.
Il governatore ha poi continuato: “Se la zona rossa non dovesse funzionare la Regione attuerà misure ancora più rigorose e prorogherà il provvedimento. Se le misure non vengono osservate e se nessuno controlla e sanziona non otterremo alcun risultato”. Secondo Musumeci “c’è una minoranza di siciliani che per incoscienza o per altro non rispetta le regole causando grandi sacrifici sociali ed economici a tutti gli altri”. Sulle polemiche per la zona rossa in Sicilia, Musumeci è intervenuto parlando dell’Isola come di “una terra Pirandelliana dove ‘c’è chi la vuole cotta e c’è chi la vuole cruda’, c’è sempre qualcuno – ha sottolineato – che si lamenta, ma noi tiriamo dritto per tutelare salute e vite”.
Il governatore ha ricordato che “la Sicilia è la prima regione italiana per numero di vaccinazioni” e che le decisioni sulla zona rossa sono state adottate dopo “un attento esame con gli assessori Razza e Lagalla dei parametri del contagio”. “La possibilità di adottare misure per ridurre l’impennata dei contagi, che ha seriamente preoccupato il governo e il sistema sanitario regionale – ha osservato – è una decisione sofferta e a lungo meditata. Non è una scelta dettata da spinte emotive”.
“Siamo una delle regioni con il più alto numero di contagi, ma siamo anche una di quelle che ha fatto un’ottima campagna di vaccinazione e che ha utilizzato già tutte le dosi – ancora Musumeci -. Se continuiamo ad usare l’aspirina anziché il bisturi però ci ritroveremo in primavera ad essere ancora chiusi”. e ancora, sul contagio: “I dati sono preoccupanti, o ne prendiamo atto, tutti, o si perde il senso della ragione e della solidarietà. Qui l’unico desiderio che diventa diritto è evitare che la gente muoia. Basta dichiarazioni strampalate – ha aggiunto – servono confronto, collaborazione e umiltà, e non servono le polemiche”.
Dal governatore anche l’allarme sul vaccino: “Noi abbiamo già esaurito le dosi a nostra disposizione e messo da parte quelle per il richiamo. Vedremo quello che dirà Roma, ma per quanto ci riguarda non ci stiamo fermando”. L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha sottolineato che si è “dovuta quasi sospendere in alcune province la campagna vaccinale per garantire i richiami” e che “si valuta di sospendere le inoculazioni nelle province in cui non ci sono le dosi per i richiami”.
Sul fronte della scuola, l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla ha puntualizzato: “Abbiamo ricevuto tanti consensi, lavoriamo affinché la vita scolastica prosegua nel rispetto delle regole e nelle condizioni di sicurezza per docenti e studenti, in piena coerenza con l’ordinanza regionale 5/2021 e il dpcm del 15 gennaio. A chi dice che abbiamo iniziato lo screening troppo tardi, dico che occorreva disporre campionamenti quasi in concomitanza del ritorno a scuola per fotografare la situazione attuale. Adesso abbiamo 15 giorni per verificare cosa succederà, ma siamo pronti a riammettere a scuola anche il 50% degli studenti delle superiori. Grazie all’assessorato alle Infrastrutture è pronto un piano per potenziare i trasporti pubblici”.
LE REAZIONI
“È surreale che, dopo mesi di scontri con il governo nazionale, di atteggiamenti compiacenti verso quanti non intendevano applicare rigorosamente le disposizioni, oggi Musumeci affermi l’esatto contrario ed esorti a non giocare con la vita e la salute dei cittadini”. A dirlo è stato Pippo Zappulla, segretario regionale di Articolo Uno in Sicilia. “Il presidente della Regione Siciliana dovrebbe – ha continuato Zappulla – chiedere scusa alla stragrande maggioranza dei siciliani che quelle cautele e disposizioni le hanno applicate con sacrificio e con serietà. Chiedere scusa ai cittadini che per mesi hanno visto Musumeci contestare la durezza delle scelte nazionali e oggi si ritrovano con due settimane di lockdown appena camuffato. La verità è che siamo a duemila contagiati al giorno con il tracciamento precario se non inesistente, con i nostri ospedali con gravissime difficoltà organizzative a gestire l’emergenza e con segnali di precaria programmazione nella distribuzione e somministrazione dei vaccini. Ma questo è il tempo della responsabilità e non delle polemiche, è il tempo di combattere tutti il covid e di tutelare la salute dei cittadini e però presto spero sarà pure il tempo di dare conto e ragione ai siciliani di questi comportamenti, degli errori e delle strumentalizzazioni. Ora è il tempo di rispettare – ha concluso – con assoluto rigore le disposizioni e i divieti ed è bene che lo si dica in particolare modo a quanti, pochi cittadini certo ma ugualmente pericolosi, con leggerezza e superficialità hanno contributo a farci diventare zona rossa, di fatto lockdown”.
“Ci saremmo aspettati che il presidente Musumeci in conferenza stampa annunciasse nuove e più efficaci misure di contrasto al Covid. Ci saremmo aspettati comunicazioni sul potenziamento delle Usca, sul piano dei trasporti pubblici, su un più efficace programma di vaccinazioni rivolto esclusivamente ai soggetti aventi diritto, su un’azione efficiente di screening in particolare della popolazione scolastica, sul potenziamento delle terapie intensive. Invece di tutto questo non c’è nulla, c’è solo un ‘invito alla prudenza’ rivolto ai cittadini”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars in merito alle dichiarazioni del presidente della Regione rilasciate nel corso della conferenza stampa sull’istituzione della ‘zona rossa’ in Sicilia. “La zona rossa in sé non sarà efficace per ridurre i contagi se non verrà accompagnata da misure di contrasto che il governo regionale evidentemente continua a non prendere nella giusta considerazione – ancora Lupo -. Musumeci si affida alle restrizioni previste dalla zona rossa per coprire le sue inefficienze e le sue responsabilità sulle azioni, mancate o sbagliate, per limitare i contagi – conclude il capogruppo dem all’Ars – si affida alla sola ricetta del ‘far rimanere le persone a casa’ e ‘chiudere le attività produttive’, sperando che nel frattempo il virus rallenti”.
“Sul fronte Covid eravamo un’isola felice, ma Razza e Musumeci sono riusciti a rovinare tutto. Se siamo zona rossa e i peggiori d’Italia è colpa delle loro politiche sanitarie fallimentari e per questo la pagheranno cara soprattutto commercianti e partita iva”. Lo affermano i deputati 5 stelle della commissione salute dell’Ars, Francesco Cappello, Antonio De Luca , Giorgio Pasqua e Salvo Siragusa. “Insopportabile – dicono – l’autocelebrazione del governo, in conferenza stampa, delle proprie operazioni, e bastava leggere i feroci commenti in coda alle parole dell’esecutivo sulla pagina Facebook di Musumeci per rendersi conto di quanto ciò fosse fuori luogo. La verità è sotto gli occhi di tutti: siamo gli unici, assieme alla Lombardia, in zona rossa. Se gli ospedali sono al collasso è soprattutto per aver trascurato completamente la medicina del territorio, che invece andava eretta a baluardo all’avanzata del virus, come abbiamo ripetuto, inascoltati, innumerevoli volte. Musumeci – aggiungono – ha messo la mani avanti chiedendo la zona rossa perché sapeva che sarebbe arrivata. Ma lo ha fatto solo per cercare di scaricare le sue responsabilità su Roma. Ha fatto male, tra l’altro, a chiedere una zona rossa generalizzata, penalizzando così anche centri dove il virus non è fuori controllo come nelle grandi città”.
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