CATANIA – Falcone e Borsellino? “Due persone perbene che si sono sacrificate per il bene di tutti”. Del passato, Vincenzo Pandetta in arte Niko, dice di aver conservato solo i tatuaggi.
“Sono un’altra persona, mi scuso per gli errori fatti , ma vengo da un quartiere e da una famiglia difficili e ho sbagliato”, dice dopo due anni di silenzio stampa. Travolto dalle polemiche per aver dedicato una canzone allo zio, Salvatore Cappello detto Turi, boss catanese al carcere duro, ha perso decine di ingaggi e esibizioni.
E all’indomani della proposta di legge della Commissione Antimafia di introdurre nel codice penale l’aggravante dell’istigazione o dell’apologia della mafia, norma che potrebbe colpire anche chi, come molti neomelodici, scrive testi inneggianti alla criminalità mafiosa, decide di parlare e fare autocritica.
“Non mi sentirei leso nella mia creatività di artista se passasse questa norma- spiega l’ex neomelodico ora “convertito” al Trap- D’altronde ci seguono milioni di persone, soprattutto ragazzi e dare il cattivo esempio non è giusto”. Di diverso avviso il giornalista Gianmauro Costa che sui neomelodici ha scritto un libro “Festa di piazza”. “Tutto ciò che somiglia alla censura è becero”, commenta riferendosi alla proposta di legge. (ANSA).