"Nessuna ripercussione sul lavoro" | Petrolchimico, dubbi e speranze - Live Sicilia

“Nessuna ripercussione sul lavoro” | Petrolchimico, dubbi e speranze

Il tribunale di Siracusa

Le reazioni dopo la decisione del Gip.

SIRACUSA- “Nessuna ripercussione negativa sul lavoro, anzi. L’adeguamento degli impianti a un sempre minore impatto ambientale avrà il doppio risultato: più sicurezza ambientale e più lavoro per le ditte metalmeccaniche che materialmente realizzeranno gli adeguamenti previsti nelle prescrizioni della Procura”. È in armonia con le richieste del mondo del lavoro il provvedimento del Gip del tribunale di Siracusa che stamattina, accogliendo le richieste della Procura, ha sequestrato impianti degli stabilimenti Esso e Isab, nel Petrolchimico siracusano, con l’accusa di inquinamento dell’aria. “Non può che essere uno stimolo per le aziende – dice il segretario della Fiom di Siracusa, Antonio Recano – a cominciare a fare quegli investimenti sulla sicurezza e sull’ambiente che noi abbiamo sempre richiesto. Questo tipo di investimenti è anche un volano di sviluppo e di lavoro”.

La Procura, insieme con il sequestro, ha imposto prescrizioni, ossia adeguamenti strutturali degli impianti in direzione della riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera: “Attenersi alle prescrizioni – spiega il segretario Fiom – vuol dire lavorare perché siano adeguati impianti rispetto a quello che ha determinato il sequestro: sarà un’occasione per lavoro in più oltre all’occasione primaria che è quella della diminuzione dell’impatto ambientale”. Un’occasione di lavoro, dunque, in luogo della temuta ripercussione negativa del provvedimento di sequestro. Circostanza già scongiurata dal responsabile della comunicazione di una delle due aziende raggiunte dai provvedimenti, la Isab, Luigi Cappellani: “La Procura ci ha chiesto la produzione di documenti e adeguamento agli impianti: al momento nessun fermo degli impianti è previsto”. Non c’è ragione di crisi, dunque. Per il mondo del lavoro, nel petrolchimico che occupa 30 chilometri di costa siracusana, attraversano i territori di Priolo, Melilli e Augusta, la crisi c’è già stata alla metà degli anni 80. Prima gli occupati erano circa 18mila. Oggi sono 9mila, la metà, contando tutti: i lavoratori diretti e l’indotto. Solo quelli diretti sono 3.500 circa. Le cifre le snocciola la memoria storica del lavoro metalmeccanico, Sebastiano Catinella, già segretario Fiom. Un’altra ricaduta positiva dell’inchiesta, secondo il mondo dei lavoratori, potrebbe essere lo sblocco dei finanziamenti per le bonifiche dei danni ambientali pregressi a suolo, fiumi, mare e falda. Uno studio, condotto dall’Asp nel 2013, dentro un’azienda del Petrolchimico, ad Augusta, rivelò che si ad ammalarsi maggiormente di tumore sono gli operai residenti nella zona, piuttosto che i colleghi pendolari. “Questo vuol dire che il problema non è tanto il luogo di lavoro – commentò il direttore sanitario Asp 8, Anselmo Madeddu – ma l’intero contesto che paga le conseguenze delle disattenzioni del passato. E richiama alla necessità di bonifiche”.

“Il sequestro da parte della Procura della Repubblica per inquinamento dell’area del petrolchimico di Siracusa dimostra ancora una volta come le istituzioni non facciano il loro dovere e l’autorità giudiziaria debba supplire alle carenze di queste utlime” scrivono in una nota il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e il responsabile nazionale dei Verdi legalità e contrasto alle mafie Giuseppe Patti. I Verdi avevano presentato un esposto alla procura di Siracusa nel febbraio 2014 a proposito del monitoraggio della qualità dell’aria nell’area del Petrolchimico.

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