Non solo precari degli enti locali |Parte l’assalto alla mini-manovra

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14 Dicembre 2016, 18:00

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PALERMO – Chi salvare nel bilancio entro il 31 dicembre? La partita si è appena aperta e l’elenco è già lunghissimo. Mentre governo e Parlamento si apprestano a varare un bilancio light con dentro solo poche misure per affrontare alcune emergenze come quella dei precari dei Comuni, rimandando la manovra vera e propria all’anno prossimo, altri disperati Sos giungono a Palazzo da lavoratori in attesa di risposte. E le forze politiche cominciano ad alzare la voce chiedendo di aggiungere ai contrattisti dei Comuni altre emergenze – l’elenco è lunghissimo – da sanare entro San Silvestro.

I dimenticati dell’albo unico

Altri dipendenti (o ex dipendenti) in attesa di risposte si sono fatti sentire chiedendo di non essere dimenticati dalla Regione. Come i 150 lavoratori inseriti nel così detto albo unico. Tra loro ci sono dipendenti del Cerisdi, del Ciem e i 75 di Sviluppo Italia Sicilia. Proprio oggi le segreterie territoriali dei sindacato di categoria hanno lanciato l’ennesimo appello per gli ex dipendenti di Sviluppo Italia, che hanno 18 mesi di stipendio arretrato. I sindacati chiedono se si dovrà aspettare aprile prossimo per avere risposte, dopo che una norma in loro favore inserita nell’assestamento di bilancio è stata stralciata dalla presidenza dopo che il testo era stato già esitato positivamente sia dalla giunta di governo che dalla Commissione Bilancio.

Gli ex dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia sono stati licenziati e inseriti nell’albo unico presso l’Assessorato Economia e Bilancio della Regione insieme ai lavoratori delle altre società partecipate che hanno chiuso i battenti. Chiedono da tempo di essere trasferiti nelle altre società partecipate così come previsto da quattro leggi regionali. “Il disagio che vivono gli ex lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia è enorme, dopo ben 18 mensilità in cui non percepiscono lo stipendio e oggi i sindacati temono qualche gesto estremo da parte di qualche lavoratore al quale è stata pignorata la casa in cui viveva o di qualche altro lavoratore finito nelle mani dei debitori”, si legge nella nota dei sindacati. Che chiedono alla politica di intervenire con la stessa tempestività che si sta usando per i 15mila precari dei Comuni, che rappresentano certo un bacino elettorale più corposo.

“Non esistono lavoratori di serie A da tutelare e lavoratori di serie B, i 150 disoccupati presenti nell’albo unico, istituito da questo Governo per la ricollocazione delle professionalità dei dipendenti di società partecipate in liquidazione, sono meritevoli di tutela come i precari degli enti locali nonché gli ex sportellisti con i provvedimenti che saranno approvati entro il 31/12/2016”, attaccano i sindacati in questa guerra tra poveri, invocando l’intervento di Crocetta a cui si chiede se intende “essere il protagonista di questo ennesimo atto di macelleria sociale”.

L’appello che i sindacati pongono al presidente della Regione Crocetta, all’assessore dell’Economia Baccei, al Presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone, al presidente della commissione Bilancio Vinciullo, al presidente della commissione Lavoro Greco, è di intervenire tempestivamente entro il 31 dicembre 2016, senza ulteriori rinvii, “che determinerebbero gravissimi effetti sociali ed economici”. Se non arriveranno risposte normative entro il 31 dicembre, i sindacati si dicono pronti a ricorrere al Tar per “garantire il trasferimento dei lavoratori presso le altre partecipate così come previsto dalle normative vigenti con evidenti ricadute nei confronti di coloro che non si sono assunti le responsabilità”.

Baccei: la parola ai deputati

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Secondo le anticipazioni di stampa, le misure urgenti che governo e Parlamento vogliono sistemare entro la fine dell’anno per poi affrontare la finanziaria l’anno prossimo riguardano i precari degli enti locali, 15mila in scadenza e in attesa da anni, se non decenni, di stabilizzazione, e i dipendenti dei consorzi di bonifica, circa duemila persone. Di questi ultimi però oggi non si sarebbe parlato nella conferenza dei capigruppo.

L’intendimento del governo è quello di presentare un bilancio snello, una finanziaria solo tecnica senza norme di spesa e una norma per la proroga dei precari degli enti locali. I testi dovrebbero essere votati dalla giunta. C’è posto per altro? Sul punto, l’assessore all’Economia Alessandro Baccei è chiaro: “Se la finanziaria è solo tecnica è un conto, altrimenti dipende dagli accordi che si faranno. Al momento l’accordo tra le forze politiche è solo sui precari. Se restano tre-quattro emergenze su cui tutti convergono, potranno anche trovare posto. Certo, se le emergenze diventano cinquanta…”.

E i deputati risposero

Insomma, la parola passa ai deputati. E questo potrebbe compromettere i propositi di un bilancio rapido e snello viste le note dinamiche dell’Ars. In attesa, oltre ai 150 dell’Albo unico delle ex partecipate, resterebbero altre categorie, come i 700 dipendenti delle Ipab, le ex Opere pie, che lamentano ritardi consistenti nel pagamento degli stipendi, o l’esercito dei lavoratori degli Ato rifiuti mai transitati nelle nuove Srr.

In una riunione con Crocetta oggi i deputati di Sicilia Futura e Psi hanno chiesto si metta mano anche alla stabilizzazione dei lavoratori delle società partecipate e delle ex province. Proposte che, si legge in un comunicato, “ il presidente Crocetta ha recepito”. Nella riunione si è anche parlato degli ex sportellisti. Su questo tema, si legge nel comunicato, “si è trovato un accordo per assumere questi lavoratori, nei centri per l’impiego, per un periodo semestrale da gennaio 2017 utilizzando 35 milioni di euro su cui il presidente Crocetta ha dato garanzie sulla immediata disponibilità in cassa per questa platea. Successivamente lo stesso personale verrà impiegato per 18 mesi, fino al 31 dicembre 2018, utilizzando 90 milioni di euro dai fondi europei. Nella finanziaria verranno inserite norme per l’avvio dei cantieri di lavoro e per i progetti di servizio civile”.

Insomma, l’elenco delle emergenze da agganciare al bilancio s’era già allungato a dismisura neanche mezz’ora dopo la fine della capigruppo. E la guerra della disperazione di questa caldissima fine d’anno promette faville a Sala d’Ercole.

 

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14 Dicembre 2016, 18:00

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