CATANIA – Un nuovo sbarco a Catania. Una realtà ormai entrata nella quotidianietà degli operatori del porto e soprattutto della Guardia Costiera e delle forze dell’ordine catanesi. Alle 8.30 di questa mattina è approdata al molo di mezzogiorno la nave norvegese Siem Pilot con a bordo 419 migranti. Nel dettaglio si tratta di 345 uomini, 65 donne e 9 bambini. I paesi di origine sono: Eritrea, Sudan, Nigeria, Niger, Costa d’Avorio, Ghana, Guinea, Mali, Senegal, Camerun, Togo, Pakistan, Bangladesh, Liberia.
Le operazioni di sbarco e di accoglienza si sono susseguite nell’arco della mattinata. La Guardia di Finanza sta investigando per identificare possibili scafisti o membri dell’equipaggio che hanno trasportato in natanti di fortuna i migranti. Ed ora inizia l’odissea del trasferimento nei centri di accoglienza temporanei e non. Per molti Catania è solo una tappa del loro viaggio verso il nord Europa. E lo dice la cronaca di questi ultimi anni: se non riusciranno a raggiungerlo con i metodi stabiliti dalle normative si affideranno a nuovi sfruttatori. E il crimine che “lucra” sulla speranza. E oggi serve una risposta a livello normativo e anche europeo. Anche se l’Europa, oggi più che mai (si pensi alle vicende greche), sembra un contenitore vuoto.
Intanto è di ieri la notizia della Marina Militare che su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha iniziato nel Canale di Sicilia le operazioni di recupero dei corpi all’esterno del natante affondato il 18 aprile 2015 con circa 700 persone a bordo. Le navi impegnate al recupero dei corpi sono il cacciamine Gaeta, la nave Leonardo, e la nave Gorgona. A supporto anche il Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) di Comsubin.