"Obbligo di nomina dei revisori | Un nuovo costo per le imprese" - Live Sicilia

“Obbligo di nomina dei revisori | Un nuovo costo per le imprese”

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Andrea Vincenti sul decreto "Cura Italia".

 

LA LETTERA
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Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Andrea Vincenti, avvocato e docente universitario di diritto commerciale, sugli effetti del decreto legge che contiene le misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza Coronavirus.

Andrea Vincenti

Con il decreto-legge 2 marzo 2020 n. 9 – “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” – il Governo – molto opportunamente – ha rinviato al 15 febbraio 2021 l’entrata in vigore, per tutte le imprese, della cosiddetta procedura di allerta introdotta dal nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (D. Lgs. 12 gennaio 2019 n. 14).

La procedura di allerta – che sarebbe dovuta entrare in vigore già nell’agosto di quest’anno per le imprese obbligate alla nomina dell’organo di controllo – è la più importante novità della nuova “Legge Fallimentare”: si tratta di una procedura stragiudiziale, attivabile dal debitore, dall’organo di controllo e da alcuni creditori qualificati – Agenzia delle Entrate, l’INPS e Agenzia della Riscossione – nel momento in cui si manifestano indici rivelatori di uno stato di crisi: in soccorso del debitore in difficoltà viene un organismo del tutto nuovo, l’Ocri (Organismo di composizione della crisi di impresa), costituito presso le Camere di Commercio, il quale, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe aiutare il debitore a gestire e superare la crisi.

Procedura, dunque, funzionale alla emersione anticipata della crisi di impresa, nell’ottica della sua migliore gestione e, ci si augura, finalizzata al risanamento dell’impresa.

Il Governo, alla luce dell’emergenza in atto – le cui ripercussioni sul sistema economico nazionale non sono ad oggi neppure pronosticabili – ha correttamente rinviato l’operatività della fase di allerta a tempi migliori.

Una scelta, questa, necessaria anche se non sufficiente: per oltre 150.000 società a responsabilità limitata, infatti, si affaccia all’orizzonte un appuntamento che imporrà nuovi costi: scatta, infatti, con l’approvazione del bilancio 2019 l’obbligo di nominare l’organo di controllo o il revisore per le s.r.l. che per due esercizi consecutivi hanno superato almeno uno dei seguenti limiti:

totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 4 milioni di euro;

ricavi delle vendite e delle prestazioni: 4 milioni di euro;

dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 20 unità.

Il Codice della crisi di impresa ha ridotto in modo significativo i parametri che per la s.r.l. rendono obbligatoria la nomina dell’organo di controllo o del revisore (riformulando l’art. 2477 del codice civile), nell’ottica di potenziare i controlli societari anche in funzione dell’emersione tempestiva della crisi di impresa.

E tuttavia, l’obbligo di nomina dell’organo di controllo o del revisore imporrà alle società nuovi costi, in un momento storico in cui il mondo delle imprese si aspetta provvedimenti nel senso di ridurre oneri e costi di esercizio.

Ed allora, appare necessario che il Governo disponga lo slittamento degli obblighi di nomina dell’organo di controllo o del revisore all’approvazione del bilancio 2020, in modo da congelare per un anno una fonte di costo che per le imprese oggi potrebbe risultare insostenibile.


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