Omicidio Erika Preti, il fidanzato ai domiciliari perchè obeso

Erika Preti uccisa con 57 coltellate, il fidanzato ai domiciliari perchè obeso

È la seconda volta in due anni che l'assassino lascia il carcere per le sue condizioni di salute

Dimitri Fricano, condannato nel 2020 a trent’anni di carcere per l’omicidio della fidanzata 27enne Erika Preti – uccisa nel 2017 con 57 coltellate durante una vacanza in Sardegna – è tornato ai domiciliari nella casa dei genitori a Biella.

La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza, che ha stabilito nuove e più rigide condizioni rispetto al passato. L’uomo potrà avere contatti soltanto con i familiari e non disporrà più delle tre ore di libertà giornaliera che gli erano state concesse in precedenza.

Erika Preti, il fidanzato pesa circa 200 chili

Fricano, che pesa circa 200 chili e presenta gravi problemi di deambulazione, era già stato scarcerato due anni fa per motivi di salute. Durante la sua permanenza in cella, il ragazzo in carcere è diventato obeso. Una decisione che aveva suscitato scalpore e indignazione.

Come riportato da “Il Messaggero”, i giudici hanno ritenuto che la sua attuale condizione fisica sia compatibile con la detenzione, ma non con la permanenza in un istituto penitenziario. Per questo è stata confermata la misura alternativa della detenzione domiciliare, prevista dall’articolo 47 dell’Ordinamento penitenziario.

La norma consente al Tribunale di Sorveglianza di disporre gli arresti domiciliari in presenza di patologie che non possono essere curate adeguatamente in carcere, previa certificazione medica. Nel caso di Fricano, l’obesità grave e la limitata mobilità avevano inizialmente portato alla concessione di permessi temporanei per ricevere cure specialistiche, fino alla decisione definitiva del trasferimento a casa dei genitori.

I genitori della vittima faccia a faccia con l’assassino

Finora l’assassino di Erika Preti ha scontato 7 anni, compresi i 15 mesi già trascorsi ai domiciliari. Durante i permessi concessi a Fricano per le cure specialistiche, i genitori della vittima – che già all’epoca si dissero sconcertati per la decisione del giudice – si erano ritrovati, per strada, faccia a faccia con l’uomo che ha ucciso la loro figlia.

Il caso riporta l’attenzione sulle difficoltà del sistema penitenziario italiano nel gestire detenuti affetti da gravi patologie. Solo pochi mesi fa, a Torino, la morte di un detenuto di 265 chili aveva sollevato accese polemiche, dopo la denuncia dei familiari secondo cui l’uomo non avrebbe ricevuto le cure necessarie durante la detenzione.

Erika Preti, il fidanzato tentò di depistare le indagini

L’11 giugno 2017, a San Teodoro, in provincia di Sassari, una lite nata per un motivo apparentemente insignificante si trasformò in tragedia. Erika Preti, 28 anni, e il suo fidanzato Dimitri Fricano, insieme da un decennio, si trovavano in vacanza quando, durante la preparazione dei panini per la spiaggia, scoppiò un diverbio.

La giovane avrebbe rimproverato il fidanzato per le briciole lasciate sul tavolo, ma in pochi istanti la discussione degenerò. Fricano impugnò il coltello con cui stava tagliando il pane e colpì la compagna 57 volte, uccidendola.

Subito dopo, l’uomo cercò di depistare le indagini allertando i soccorsi e inscenando una rapina finita nel sangue. Solo un mese più tardi, di fronte all’evidenza delle prove raccolte dagli investigatori, confessò l’omicidio.
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