Orlando tra luci e ombre

Orlando il ‘visionario’: la sua ultima sindacatura tra luci e ombre

L'intervista che lo chiama in causa. Ma come è andata davvero?

Valutare l’ultima sindacatura di Leoluca Orlando (2017-2022) non è semplice, data la sua impronta unica nella lotta alla mafia, al malaffare nei palazzi del potere politico ed economico e nella rivoluzione culturale avviata a Palermo. Ma vale la pena tentare, ora che il suo nome è stato chiamato in causa, sia pure come paradigma negativo, perché a quella storia nessuno si può sottrarre.

Sul piano squisitamente amministrativo giudicare la gestione della quinta città d’Italia richiede un’analisi attenta per evitare valutazioni superficiali e d’istinto. Con la fine del mandato, il 20 giugno 2022, si chiude un’epoca segnata da una ‘figura simbolo’.

Gli anni della pandemia

In questi cinque anni, segnati dall’esplosione della pandemia da Covid-19, Orlando ha puntato a consolidare Palermo come polo di cultura e inclusione. Tuttavia, la sua azione è stata criticata per la permanenza di problemi strutturali che hanno continuato a pesare sui cittadini.

I fondi del PNRR, arrivati negli ultimi mesi del mandato, hanno avuto un impatto relativo. La situazione finanziaria del Comune, aggravata dai tagli dissennati ai trasferimenti statali e regionali e da una opposizione ostruzionistica divenuta maggioranza in Consiglio comunale, ha complicato la gestione dei servizi essenziali, una difficoltà condivisa comunque (anche senza la defezione di consiglieri eletti con il sindaco come accaduto a Palermo) da molti sindaci di grandi e piccoli centri urbani, specialmente in Sicilia per i tagli ai trasferimenti regionali destinati ai Comuni.

Palermo ha vissuto momenti di vitalità grazie alla sua vocazione culturale. Orlando ha ottenuto e sfruttato il riconoscimento di Capitale della Cultura 2018, la presenza di Manifesta 12 nel 2018 e il percorso UNESCO del sito arabo-normanno promuovendo eventi che hanno proiettato la città sulla scena internazionale attirando turisti e stimolando interesse e investimenti.

Palermo, città inclusiva

Sul piano sociale ha rafforzato l’immagine di Palermo come città accogliente e inclusiva in un momento in cui il dramma dei migranti veniva ‘criminalizzato’, lo è tuttora, e affrontato con chiusure e forme di ghettizzazione, portando avanti l’eredità della Carta di Palermo già approvata nel 2015.

Progetti infrastrutturali come l’estensione del tram e la rigenerazione del ‘waterfront’ sono stati avviati sebbene rallentati dai soliti grovigli burocratici. Soltanto nell’agosto 2021, con il prefinanziamento del PNRR, Palermo ha potuto pianificare interventi maggiormente ambiziosi la cui realizzazione è, adesso, in capo ai successori.

La gestione dei rifiuti e dei cimiteri è considerata un punto debole ma occorre ricordare l’ostruzionismo della ‘nuova’ maggioranza in Consiglio comunale che formatosi negli ultimi due anni del mandato non ha approvato i Piani di Opere pubbliche, strumento necessario per sboccare ogni intervento ed opera pubblica, infrastrutture urbane, specialmente strade e illuminazione.

Progetti come l’anello ferroviario e il tram, pur non di diretta competenza comunale, hanno accumulato ritardi alimentando il malcontento. Il turismo è cresciuto, ma disoccupazione giovanile, crisi del commercio e povertà hanno colpito ampie fasce della popolazione. Sebbene un’amministrazione comunale abbia poteri limitatissimi in proposito la percezione dei cittadini tende a riversare sui sindaci ogni responsabilità.

Il carisma dell’uomo solo

Orlando, carismatico per alcuni, troppo solitario per altri, certamente libero da condizionamenti, ha diviso in maniera magari estrema l’opinione pubblica: amato o odiato. Ciò conferma l’eccezionalità del personaggio, con pregi e difetti. La sua esperienza ha garantito una visione chiara, al di là delle riserve per la mancata risoluzione di nodi cruciali come il degrado delle periferie e la mobilità.

Rispetto ai mandati precedenti, caratterizzati da maggiori risorse disponibili e dall’assenza di fenomeni di ostruzionismo consiliare, questa sindacatura è apparsa meno incisiva, quasi come se il carisma di Orlando faticasse a compensare le complessità di una città dalle emergenze croniche. Da sottolineare, pure, la mancata collaborazione fattiva di parte considerevole dei palermitani piuttosto ostili al rispetto delle regole e dei beni comuni.

Luci e ombre

In sintesi, l’ultima sindacatura di Orlando è un intreccio di luci e ombre. Ha rafforzato l’identità culturale e internazionale di Palermo, preservandola dai malefici tentacoli di Cosa Nostra, ma ha zoppicato sul fronte dei rifiuti e delle infrastrutture. Tutte problematiche attualmente sussistenti, a riprova della complessità delle stesse chiunque sieda sulla poltrona principale di Palazzo delle Aquile.

Il suo lascito è quello di un visionario che ha sognato una Palermo globale ma che ha tenuto in sospeso alcune importanti sfide per il futuro della città.


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