Cristiani gettati in mare | Scattano 15 arresti a Palermo

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16 Aprile 2015, 14:20

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PALERMO – L’orrore e la morte. Questo il prezzo che avrebbero pagato a bordo dei uno dei barconi della disperazione con il quale hanno raggiunto l’Italia. Il motivo? Quello di non essere musulmani, come la maggior parte dei migranti sull’imbarcazione dalla quale sarebbero state gettate in acqua nove persone.

Abbandonate in acqua, lasciate annegare. Le indagini della sezione Criminalità Organizzata della squadra mobile di palermo hanno condotto al fermo di quindici migranti sbarcati ieri a Palermo dopo essere stati soccorsi nel canale di Sicilia: sarebbero stati loro a gettare in mare alcune persone durante la traversata per raggiungere l’Italia. L’accusa, pesantissima, è di omicidio plurimo aggravato dall’odio religioso.

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I nove immigrati fatti annegare erano infatti tutti di religione cristiano-cattolica e, stando al racconto dei migranti ascoltati ieri dagli investigatori, a minacciare chi non era musulmano sarebbero stati i passeggeri ivoriani senegalesi e della Guinea Bissau. Il lungo viaggio intrapreso il 14 aprile scorso sarebbe quindi avvenuto tra le minacce e i tentativi costanti, da parte delle vittime, di salvarsi la vita in ogni modo.

A bordo non temevano più di naufragare, ma di essere gettati in mare senza pietà, al punto da creare delle vere e proprie catene umane per impedire che qualcun altro venisse buttato in acqua. Chi è arrivato sano e salvo a Palermo, ieri, ha raccontato di essere sopravvissuto non soltanto al terribile viaggio, ma anche all’odio dell’uomo.

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16 Aprile 2015, 14:20

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