15 Giugno 2022, 18:06
3 min di lettura
PALERMO – Funerali e matrimoni. Passa anche dal monitoraggio di eventi, luttuosi e gioiosi, lo studio della Cosa Nostra di oggi e di domani. I boss sono braccati.
Il 20 giugno 2018 si fece festa alla chiesa Santa Maria della Pietà, nel quartiere Kalsa di Palermo, per il sì fra un Adelfio e una Barone. Si sono sposati il figlio e nipote di Mario e Giovanni Adelfio, entrambi arrestati nell’ultimo blitz, e la figlia di Francesco Paolo Barone che in vita, oggi è deceduto, è stato reggente del mandamento di Pagliarelli.
Quando gli invitati si spostarono nella sala ricevimenti ad attenderli c’erano anche i carabinieri del Ros. Uno dopo l’altro arrivarono, tra gli altri, Sandro Capizzi e Cosimo Vernengo. Il primo è stato arrestato ieri, mentre il secondo è in carcere da alcuni anni dopo essere scampato all’ergastolo per la strage di via D’Amelio.
La lista degli invitati alla cerimonia, alla luce del blitz di ieri, è servita alla Direzione distrettuale antimafia per confermare alcuni equilibri emersi nel corso delle indagini. E allora si guarda ad altri incontri perché i mafiosi non hanno smesso di darsi appuntamento, andando in giro per la città.
Al matrimonio ha partecipato anche Vincenzo D’Amore, che ritroviamo fra i presenti alla cerimonia funebre di Francesco Adelfio, fratello di Giovanni e Mario, deceduto nel 2019. D’Amore, che reggeva in spalla il feretro del defunto all’uscita dalla chiesa, si legge negli atti giudiziari, è stato “già denunciato
da questo Reparto Anticrimine ad esito dell’operazione Brasca, poiché ritenuto appartenente a Cosa Nostra ed emerso in stretti rapporti con Vincenzo Adelfio (diretto coadiutore di Mariano Marchese nella reggenza della famiglia di Villagrazia)”.
Ai fare visita ai parenti del defunto si sono recati pure Giovanni Fileccia e Giovanni Sorce, inquadrati nella famiglia mafiosa di Villagrazia; Rodolfo Virga, un tempo alla guida del mandamento di San Mauro Castelverde, e nipote dello storico capomafia di San Mauro Castelverde, Peppino Farinella.
Capizzi era certamente fra coloro che si muovevano di più. È stato monitorato mentre si incontrava con Mario Carlo Guttadauro, figlio del boss Giuseppe, finiti di recente in carcere, e con Salvatore Montalto, soprannominato “Titanic”, figlio del capomafia di Villabate, Giuseppe. Gli investigatori hanno anche seguito Capizzi mentre si incontrava con Pietro Inzerillo della omonima famiglia di Passo di Rigano. Montalto e Inzerillo sono cugini.
Non sono gli unici contatti sui cui si indaga. Nelle informative fanno capolinea i nomi di Girolamo Albanese della Noce, Antonino Graviano di Brancaccio (il padre è cugino dei fratelli stragisti Giuseppe e Filippo), Giuseppe Auteri e Giuseppe Mangiaracina di Porta Nuova.
In tutti questi casi il collante sarebbe stato Francesco Guercio, braccio destro di Ignazio Traina di Santa Maria di Gesù, pure lui coinvolto nel blitz del Ros. I loro movimenti sono stati monitorati per inquadrare la mafia di domani e anticipare le eventuali mosse.
Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Paolino Graviano, legale di Vincenzo D’Amore, una richiesta di smentita: “Non risulta che il signor D’Amore sia sottoposto a procedimento penale per i reati di cui all’articolo 418 bis codice penale, né tantomeno che lo stesso sia stato attinto da alcun provvedimento giudiziario e/o da alcun precedente penale per le citate ipotesi delittuose”.
Pubblicato il
15 Giugno 2022, 18:06