Palermo, morti per amianto in Fincantieri: tutto da rifare

Amianto killer a Palermo, assoluzioni annullate: processo da rifare

La decisione dei giudici della Cassazione

PALERMO – Processo da rifare per le morti al Cantiere navale di Palermo. La Cassazione ha annullato con rinvio l’assoluzione dell’ex direttore dello stabilimento di Fincantieri, Giuseppe Cortesi.

Alcuni capi di imputazione sono ormai prescritti e quindi si proseguirà solo in sede civile. Per altri, invece, il limite massimo di tempo non è scaduto e si farà un nuovo processo di appello.

Per Antonino Cipponeri, anche lui ex direttore, si proseguirà solo in sede civile. C’era un terzo ex direttore imputato, Luciano Lemetti, ma nel frattempo è deceduto.

Accolti, dunque, i ricorsi dei parenti delle vittime, assistiti dagli avvocati Fabio Lanfranca, Salvatore Cacioppo e Serena Romano, dell’Inail e della Fiom Cgil assistita dall’avvocato Fausto Maria Amato. Una battaglia legale, la loro, che va avanti da anni.

Gli imputati rispondono di omicidio colposo plurimo. Secondo l’accusa, non avrebbero adottato le cautele previste dalla legge per le lavorazioni dell’amianto, provocando la morte di 21 operai.

Quello giunto in Cassazione è uno dei tanti processi agli ex vertici di Fincantieri Palermo per il decesso, negli anni, di centinaia di operai ammalatisi di mesotelioma pleurico e asbestosi per il contatto con le fibre di amianto.

Anche questa volta è stata fatta giustizia – esprime con soddisfazione il segretario Fiom Francesco Foti –. I lavoratori purtroppo non torneranno più in vita ma oggi è stata data ragione a tutte queste morti e anche al sindacato, da sempre in prima linea in questa dura battaglia”.

“E questo deve essere di monito perché, a parte l’amianto, continuano a esserci tre morti al giorno in Italia – aggiunge – per infortuni sul lavoro legati alla mancanza di sicurezza, di dispositivi di protezione, di formazione adeguata e di leggi che realmente, in tempi brevi, facendo luce e chiarezza, condannino le imprese che non rispettano né i lavoratori né la sicurezza”.


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